Filippo Sacchetti, segretario provinciale del Pd
Il segretario provinciale Filippo Sacchetti tira le somme sulla lunga Direzione e indica la linea: “Basta ipocrisie e pacificazioni di facciata ma non di sostanza. Serve unità reale e concreta per aprirsi alla società, rispondere ai nuovi bisogni della pandemia e individuare la figura giusta per guidare la città in un momento come questo”
Il segretario provinciale Filippo Sacchetti tira le somme e indica la linea dopo la discussione interna alla Direzione apertasi venerdì e chiusa mercoledì sera, mentre i 52 Circoli del territorio stanno portando avanti confronti su Zoom che coinvolgono l’intera provincia nel solco di quanto auspicato da Enrico Letta.
“Il neo segretario nazionale sta dando seguito alle parole nei fatti e noi non possiamo esimerci dal fare altrettanto. E’ vitale portare avanti l’idea di un partito aperto al contributo trasversale delle migliori forze in campo e che guarda ai problemi reali con una nuova identità sociale. Lo stiamo facendo da anni, così abbiamo intrapreso e continueremo a sostenere il campo largo delle alleanze con l’intero centro-sinistra: convinti che il Pd sia perno e motore, ma ancor più convinti non esistano preclusioni al dialogo di nessun tipo. Tantomeno col Movimento 5 Stelle ancora oggi nostro alleato di governo” incalza Sacchetti, ricordando come “essere riformisti e radicali, avere “anima” e “cacciavite” significa impegnarsi per realizzare un’idea di città e non limitarsi a sognarla. Una città che ha temi nuovi, esigenze figlie di una pandemia mai vista, bisogni che il Pd deve intercettare ponendosi al centro delle comunità”.
Da qui alle imminenti amministrative il passo è breve. “ Se qualcuno ancora pensa che sia la linea della continuità o discontinuità il metro della discussione per Rimini si sbaglia. A Rimini il cambiamento non si ferma, ci è chiesto ancora una volta dalla storia di interpretare nuove frontiere: alcune che possiamo prevedere, altre ancora sconosciute. Di certo ci sarà da sostenere e riqualificare l’economia locale, messa a dura prova come la salute dal Coronavirus. Il governo locale dovrà occuparsi di servizi di prossimità, scuole, nuovi motori di sviluppo come la cultura e l’ambiente, asset fondamentali e strategici in quello che è l’inizio di una nuova era. Del centro storico e delle frazioni. Per riuscirvi, il nostro partito dovrà avere una visione profonda, l’orgoglio per i risultati ottenuti e il ritrovato senso di comunità, ma anche il senso della sfida nel rilanciare sulle scommesse che il futuro ci pone” prosegue il segretario.
Mette una serie di punti sulle i: “L’unità è ancora il valore più alto per far sì che il processo collettivo di cambiamento della società possa aiutare a stare meglio chi oggi sta peggio. Non accetto quindi più il velo di ipocrisia che copre ogni confronto: la vera unità è lontana dall’essere raggiunta e gli atteggiamenti personali stanno soffocando ogni ragionamento di buon senso dietro il paravento di una pacificazione più tattica che di sostanza, visto come si eludono i momenti di incontro. L’unità sta nella nostra capacità di trovare la persona giusta a guidare la città in un momento così difficile, con la consapevolezza dei problemi da affrontare e l’orgoglio di una storia da portarsi sulle spalle. Se un partito non è in grado di fare questo perde la fiducia delle persone e dilapida un patrimonio in modo inspiegabile. Lo si è già visto più volte in passato”.
E fissando le priorità: “C’è però un ma: oggi si è aperta una fase nuova, è cambiato il governo, è cambiata la guida del partito, è stata prorogata la data del voto. Esistono quindi nuove opportunità di confronto. Persino alle primarie, che restano uno strumento a disposizione di fronte alla mancanza di un accordo politico. Ma sia chiaro, nel caso si dovesse arrivare a tanto non esiste la possibilità che il giorno dopo il nostro confronto non ci sia il candidato che unisca il Pd e il centro-sinistra: il candidato, sarà il candidato di tutti, interprete di un programma solido e di una coalizione larga che tiene insieme la sinistra, le forze liberali e il civismo”.