Addio a Federica Bigucci, quel sorriso avvolgente.
Se n’è andata prima del tempo per le conseguenze di un intervento chirurgico il 22 dicembre attorno alle 18; lascia il compagno Walter, un figlio, Matteo ed il fratello Francesco. Non aveva che 51 anni. La sua nota caratteristica era il sorridere, anzi la risata. Federica rideva sempre: una risata autentica, solare ed avvolgente. Sempre positiva, sempre iper-attiva: sembrava immortale. Aveva moltissime passioni; due su tutte: la bicicletta (aveva anche corso) e la poesia dialettale (e non). Scriveva su ogni argomento e sapeva commuovere. Era solita partecipare al concorso di poesia dialettale a San Clemente, al prestigioso premio Giustiniano Villa. Giovanissima, nei primi anni ’90, era stata assessore alla Pubblica istruzione ed ai Giovani con la seconda giunta di Gianfranco Cenci. Era un omaggio al babbo Bruno, che era stato sindaco di San Giovanni in Marignano. La sua carriere politica non durò che un mandato; non era portata.
Da allora si è sempre dedicata allo sviluppo dell’azienda di famiglia: l’oleificio Bigucci. Laurea in Sociologia, insieme al fratello Francesco aveva ereditato dal babbo l’attività. I due fratelli, passo dopo passo, con passione, ne hanno fatto un’eccellenza. Agli inizi di dicembre avevano ricevuto un premio al concorso di Montegridolfo; era l’ultimo di una lunga serie di riconoscimenti, di cui andava orgogliosa. Tutte le volte che riceveva un attestato telefonava a chi scrive e gli diceva: “Mi fai due righe!!!”. “Certo, manda il materiale”. “Scusami, se sono arrivata in ritardo, ma ho avuto da fare”. “Non ti preoccupare, il pezzo è già stato scritto, tanto di te e della tua azienda si sa tutto”. “Va bene, va bene” e giù una bella risata.
Federica ed il fratello Francesco hanno sviluppato l’impresa su più direttrici: il prodotto, le fiere ed il packaging. Sul prodotto, avevano investito su un moderno frantoio a freddo. Per la commercializzazione passavano dalle sagre di paese, alle fiere di Parigi, per le degustazioni in alberghi raffinatissimi. Infine, avevano creato delle confezioni di sobria-eleganza, fino a mettere le loro bottiglie in scatole che non avevano nulla da invidiare a quelle dei profumi più blasonati.
L’azienda Bigucci nasce nei primi anni ’60 dall’intuizione di Bruno Bigucci che cominciava a vedere nell’olio extra vergine di oliva uno sviluppo sia quantitativo che qualitativo. Partendo proprio dalla ricerca di clienti porta a porta, a bordo di una bicicletta con due tasche per trasportare i bottiglioni, Bruno crea la sua azienda di commercio di olio, crescendo piano piano facendosi conoscere sempre più grazie alle fiere e al suo carattere socievole ed onesto. Sindaco del suo paese dal 1975 al 1985, purtroppo è deceduto nel 1998 lasciando in eredità alla sua famiglia un’azienda tutta da espandere.
Cara Federica, che la terra ti sa lieve.