Dopo essere stati lasciati soli e dopo due disgrazie come quella del 2017 (il terremoto) e quella di 10 giorni fa gli ischitani si mostrano coraggiosi e rifiutano i funerali di Stato. Ci vogliono aiuti concreti, meno leggerezza, più rispetto per la natura nel costruire. Bisogna abbandonare l’abusivismo speculativo tipico del fare italiano e cambiare mentalità. Saranno funerali privati. Le famiglie che hanno perso i loro cari, li celebreranno in intimità senza quelle inutili sfilate di ministri, che non servono a niente e soprattutto non lavano le coscienze di chi continua a sbagliare.