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Home Cultura

Pesaro. Consevatorio Rossini, il presidente emerito Girelli lo racconta

by Redazione
3 Gennaio 2022
in Cultura, In primo piano
Reading Time: 8 mins read
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Pesaro. Consevatorio Rossini, il presidente emerito Girelli lo racconta

 

di Paola Cecchini

 

Intervenire sul Conservatorio musicale pesarese – considerato uno dei più antichi e prestigiosi d’ Italia – significa innanzitutto ricordare che è stato istituito per precisa volontà testamentaria di Gioachino Rossini (1858) che qui nacque il 29 febbraio 1792. Ne parlo con l’ambasciatore Giorgio Girelli, Presidente emerito dello stesso Istituto, da tempo Capo missione della Repubblica di San Marino presso la Repubblica di Turchia.
D Quando il Liceo musicale- come allora era denominato l’Istituto musicale comunale- avviò i primi corsi musicali?
R Nel 1882.
D Sappiamo che fin dal principio il livello artistico del Liceo è stato garantito anche dalla presenza, in qualità di direttori, di alcuni tra i più grandi compositori dell’epoca…
R Certamente! Il primo fu Carlo Pedrotti (1882 – 1893), operista veronese che – per assumere questo incarico – lasciò la direzione dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino, portando con sé a Pesaro docenti di primissimo livello.
D Poi, dopo Arturo Vanbianchi (1893-1895), fu la volta del compositore Pietro Mascagni che qui arrivò nel 1895 (restandoci fino al 1902). Sette anni intensi dopo aver composto ‘Cavalleria Rusticana’, una delle mie opere preferite!

R A Mascagni si deve il “lancio” europeo dell’Istituto. Pesaro non brillò nella conclusione turbolenta del suo mandato: tra gli altri ne ha parlato in maniera molto documentata il compianto Nivio Sanchini nel volume “Viva Mascagni! Abbasso Mascagni!” edito nel 2008. Seguirono il compositore ed organista faentino Antonio Cicognani (1902-1905), il pianista e direttore d’orchestra Amilcare Zanella (1905-1940), il musicista trentino Riccardo Zandonai (1940-44)…
D E nel 1947 il compositore napoletano Franco Alfano…
R …che può essere considerato come uno degli ultimi rappresentanti della scuola verista italiana. Ebbe i suoi maggiori successi in campo teatrale dove attenuò progressivamente l’enfasi verista. Dopo di lui giunse Lino Liviabella, preceduto da Veretti e Cerasa…
D Come scrisse il critico e musicologo Paolo Isotta, ‘La musica del Novecento non si conosce per intero se si ignora la vera attività di Alfano!’

R La sua opera di maggior successo è ‘Resurrezione’, rappresentata per la prima volta nel 1904 al teatro Vittorio Emanuele di Torino, che prende spunto dall’omonimo romanzo di Lev Tolstoj….

D …il suo nome è anche legato al completamento, nel 1925-1926, dell’opera ‘Turandot’, rimasta incompiuta alla morte di Puccini.

R Ognuno di questi direttori si circondò di valentissimi musicisti, come i violinisti Remy Principe e Attilio Crepax: quest’ultimo fu il maestro di Gioconda De Vito che si diplomò presso l’istituzione pesarese nel 1921 a soli 14 anni!
D Donna del profondo Sud (era nata a Martina Franca, nel tarantino) è considerata una delle più grandi violiniste del panorama internazionale del Novecento…
R E’ indubbiamente riuscita ad arrivare ai vertici del concertismo internazionale in un’epoca in cui essere donne non era affatto semplice! Ma i musicisti che insegnarono al ‘Rossini’ sono tanti…i violinisti Giovanni Chiti e Riccardo Brengola, i pianisti Adriano Ariani e Sergio Lorenzi, i violoncellisti Nerio Brunelli e Lino Filippini, il cornista Domenico Ceccarossi, i cantanti Arturo Melocchi ( che ‘ripristinò’ la voce di Del Monaco), Carmen Melis… Rilevante anche l’apporto di Franco Scala che, dopo aver svolto un’intensa attività concertistica, sia in Italia che all’estero, si è dedicato all’insegnamento. Per 30 anni è stato docente presso il Conservatorio “Rossini”, dove si è distinto per le caratteristiche innovative della sua didattica tesa ad affrontare le opere monografiche del repertorio pianistico. Ha anche fondato l’Accademia Internazionale di Imola. L’operato di questi artisti di grande caratura ha creato nel tempo un autentico patrimonio culturale che ha poi alimentato una tradizione didattica e artistica per la quale il Conservatorio statale Rossini è molto rinomato!
D Il Conservatorio vanta anche allievi famosi nel mondo…
R Il soprano Renata Tebaldi, pesarese come il compositore Riz Ortolani, assieme al tenore Mario Del Monaco sono alcuni degli allievi le cui straordinarie carriere internazionali hanno nel tempo dato lustro alla loro scuola di provenienza. Più di recente, si sono diplomati a Pesaro il direttore d’orchestra Michele Mariotti ed il basso Mirco Palazzi, da tempo affermati nel mondo. Da segnalare anche Enrico Pace, pianista attivo sulla scena internazionale, e Gabriele Geminiani, primo violoncellista dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Non va poi trascurato l’apporto alla musica elettronica che ha visto nel compianto Eugenio Giordani un grande maestro della “nuova musica”.

D Pur essendo fiorentino, Del Monaco – morto a Mestre- ha voluto essere sepolto a Pesaro e riposa sulla sinistra della Cappella del Cimitero centrale. Le sue spoglie sono avvolte nelle vesti di Otello da lui stesso disegnate (nella cui interpretazione non ha avuto rivali) mentre il monumento sepolcrale è opera dello scultore Giò Pomodoro. Parliamo ora della sede del Conservatorio, anche questa prestigiosa, in pieno centro storico…
R Si, ma prima ricordiamo che anche Riz Ortolani riposa nello stesso luogo, insieme ad un’altra fiorentina, Katyna Ranieri, sua consorte che ha voluto restare insieme a lui anche nell’eterno riposo. Ed accanto ad essi una originale ed apprezzata scultura in cristallo, opera dell’architetto Simonetta Fabbri, onora le spoglie di Alberto Zedda, sempre vicino al Conservatorio ed autore nel corso della sua lunga vita di un enorme lavoro sull’opera di Rossini e del melodramma italiano. Dunque, il Palazzo Olivieri: fu edificato nel 1749 su progetto dell’architetto e pittore pesarese Giannandrea Lazzarini, su commissione dell’intellettuale Annibale Olivieri che lo destinò a sede della Biblioteca e dei Musei da lui costituiti e donati alla città.
D Allorché fu scelto come sede del Liceo musicale fu sicuramente ristrutturato per l’adattamento alle nuove funzioni…
R Certo! Ad integrazione della struttura, nel 1892 fu portata a compimento l’edificazione di un’imponente sala da concerti, l’Auditorium Pedrotti. E da allora il Palazzo ha due grandi portoni identici ma la differenza tra essi è di quasi un secolo e mezzo, e la differenza si avverte nelle criticità dell’entrata principale.
D Il nome dell’Auditorium è quello dell’allora direttore del Liceo…
R E’ un onore che gli è dovuto: volle fortemente il “Salone” in quanto non concepiva un conservatorio privo di un auditorium. Venne inaugurato nel 1892 dieci anni dopo l’inizio dei corsi musicali. E’ assai rinomato per l’acustica eccezionale e ritenuto credo alla pari del Musikverein di Vienna.
D Quando venne istallato il grande organo elettrico? A 3000 canne, mi pare…
R Nel 1907, sostituito poi nel 1974 con uno nuovo realizzato dalla famosa ditta Tamburini di Crema.
D Ovvero ‘La Pontificia Fabbrica d’Organi Comm. Giovanni Tamburini’, una delle più rinomate ditte organarie italiane.
R Operò per quasi un secolo, dal 1893 al 1996.
D Mi piace molto la struttura dell’ambiente che presenta il caratteristico assetto delle sale da concerto del XIX secolo: pianta rettangolare, balconata sostenuta da sottili pilastri in ghisa sui lati lunghi e su quello d’ingresso, palcoscenico di ridotte dimensioni con grande organo posto a fare da fondale, soffitto piano per una perfetta diffusione del suono. Un po’ demodé ma molto affascinante ai miei occhi…
R Ha una capienza di circa 650 posti : ospita tutto l’anno spettacoli ed eventi non solo del Conservatorio ed è anche una delle sedi del Rossini Opera Festival.
D Altre sale corredano la struttura…
R La “Sala del Consiglio” che ospita la Galleria degli uomini e donne illustri pesaresi (1763) e la Sala dei Marmi (1772) che racchiude un ciclo di affreschi raffiguranti la fondazione di Pesaro, nonché la sala denominata Tempietto Rossiniano, il cui soffitto è decorato con motivi pompeiani tipicamente neoclassici. Racchiude preziosi cimeli, lettere e autografi musicali di Gioachino Rossini.
D Attualmente il Conservatorio è un Istituto Superiore di Studi Musicali, inquadrato nell’area dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) del Ministero dell’Università e della Ricerca. Quanti studenti vi studiano?
R All’anno accademico 2020-2021, da poco concluso, si sono iscritti 718 allievi.
D Da dove vengono?
R Oltre agli italiani, 31 dalla Cina, 16 dalla Russia, 6 dalla Georgia, 5 dal Kazakhstan, 4 dalla Romania, 3 dalla Corea del Sud, dall’Ucraina e dalla Moldavia, 2 da San Marino, dalla Nigeria e dalla Polonia ed infine 1 dai seguenti paesi: Belgio, Bulgaria, Kosovo, Marocco, Messico, Perù, Spagna, Germania, Turchia e Venezuela. Una piccola ONU !
D Importante è – come per tutte le scuole – la capacità di attrarre gli studenti…
R Nel corso della storia un valido apporto alla crescita dell’Istituto è stato conferito dai suoi presidenti, dei quali si è sempre parlato troppo poco. Tra gli altri: Giuseppe Vaccai, Ettore Mancini, Augusto Guidi Carnevali, Ugo Tombesi, Cesare Albani Castelbarco. Nel dopoguerra particolarmente significative le figure dell’onorevole Giuseppe Filippini e del commediografo Antonio Conti. Va da sé, comunque, che la molla fondamentale dell’afflusso è la levatura dei docenti, come più sopra abbiamo rilevato. Pensi che abbiamo anche attratto, con non poche difficoltà diplomatiche, dodici studenti di fisarmonica della Corea del Nord con tanto di cerimonia con l’ambasciatore in Italia di quel paese. Merito del famoso fisarmonicista Sergio Scappini, titolare della cattedra di questo strumento a Pesaro. Concorrono poi all’approfondimento della conoscenza delle caratteristiche dell’Istituto anche eventi locali come gli ‘Open Day’ già magistralmente organizzati dalla professoressa Giulia Benelli, ora a riposo.

Paola Cecchini e Giorgio Girelli,
presidente emerito del Conservatorio Rossini.

Nel maggio scorso l’ Istituto ha fatto coincidere l’Open Day con una giornata dedicata alla rinascita post-pandemia. Il Centro Arti Visive Pescheria (il più importante polo per l’arte contemporanea della regione adriatica) ha dato alloggio al jazz; il Palazzo Mazzolari Mosca (sede dei Musei civici) ha ospitato gruppi di fiati; nella ex Chiesa dell’ Annunziata si sono alternati concerti di musica da camera e canto lirico, mentre lo stesso androne del Conservatorio è diventato uno spazio autogestito da studenti che l’hanno impegnato con libertà di regia ed espressione…
D Non dimentichiamo i quintetti di sassofono…
R No di certo. I nostri sassofonisti, diretti dal prof. Stefano Venturi, hanno suonato anche in Cina nel quadro di una missione guidata dal Direttore Ludovico Bramanti. Numerosi sono i concerti eseguiti nella città offrendo agli aspiranti musicisti la possibilità di esplorare le potenzialità dei corsi musicali di primo e secondo livello. Un sassofonista richiesto ed apprezzato è il professor Federico Mondelci sui cui concerti sono spesso positivamente commentati dai media.
D Per chi ha frequentato l’Open Day l’impressione è stata straordinaria: una città pervasa dall’armonia ‘ha massaggiato’ gli animi ammaccati da un anno e mezzo di Covid.
R Credo che tutti abbiano notato come il Conservatorio sia uscito dal Palazzo in continuità con una linea che attraverso eventi ricorrenti e tipizzati ha da anni collegato l’Istituto alla Città ed alle sue Istituzioni.
D Quest’anno il Conservatorio ha ospitato per la sesta volta la Masterclass Internazionale di Canto Lirico tenuta dal M° José Carreras…
R Il M° Carreras ha un rapporto privilegiato con la città di Pesaro e con il nostro Conservatorio. Questa presenza ci onora, tanto più che Carreras ha scelto Pesaro come sede unica per la sua masterclass di canto. Lo si deve soprattutto al sodalizio del cantante catalano con Lorenzo Bavaj, pesarese, da oltre 20 anni pianista personale del tenore e apprezzato docente di pianoforte al Conservatorio.
D Questa presenza conferma l’apertura internazionale della nostra realtà musicale che, in questo caso, non solo accoglie un tenore appartenente all’Olimpo degli artisti lirici, ma lo ospita nella veste di didatta. Quindi è notevole il peso che in questo ruolo il M° Carreras può esercitare su giovani talenti…
R E proprio per questo i suoi insegnamenti soni ricercati da studenti di molte nazionalità.
D Non dimentichiamo che la città è stata per molti anni il ‘buen retiro’ di Luciano Pavarotti che qui trascorreva le sue estati e che con Carreras faceva parte del trio ‘I Tre Tenori’, attivo tra il 1990 e il 2007.

R Dal 31 ottobre 2017 Pesaro è, per deliberazione dell’UNESCO, Città Creativa della Musica. Un risultato è stato ottenuto grazie al Rossini Opera Festival ma anche al Conservatorio Rossini quale sede didattica e promotrice di eventi musicali durante tutto l’anno, requisito essenziale richiesto dall’UNESCO. C’è poi da rilevare il ruolo delle tante e qualificate entità musicali che esprimono il genius loci pesarese.
D Il Conservatorio Statale ‘Rossini’ è anche molto attento a problematiche sociali della comunità…
R In effetti l’Istituto ogni anno svolge in Piazza del Popolo a Pesaro un concerto il primo maggio per celebrare la ‘Festa del Lavoro’. E’ da tempo a fianco della LILT (Lega Italiana per la Lotta conto i Tumori) collaborando, con concerti dei suoi docenti ed allievi, alla sua campagna di informazione e sensibilizzazione. Dal mio esordio, molti anni fa, ho promosso un concerto all’Ospedale ‘San Salvatore’ nel giorno di Ferragosto, quando l’attenzione è rivolta a bagni, sole, gite e pranzi. E ciò in spirito di solidarietà con i malati e con chi di essi si prende cura. Nella mia gestione ho operato con molta attenzione per queste manifestazioni perché sono occasione anche per gli studenti di riflessione, di maturità e crescita sociale, obiettivi che una scuola deve sempre affiancare all’insegnamento che impartisce.
D E’ commovente vedere i malati affacciati alle finestre ed ai balconi del nosocomio, allietati dalle arie di musicisti famosi e non. D’altra parte…’la musica è per l’anima quello che la ginnastica è per il corpo’. Platone docet. Non ce lo dimentichiamo!
R Proprio così…

Redazione

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