Vabbè che in piazza Cavour aprirà presto una sartoria di lusso, mò t’vo mèta la bravura d’cu sartor ch’è pasèva ta cli campagn…
U sartor
Ancà l’don l’acuntintèva
sa cli stòfie ch’ li cumprèva
me’ mirchéd o j ambulènt
ch’ i pasèva d ugni tènt.
Da lavor
u rigadìn
,
e’ visctid pi cuntadìn,
d’ mezalèna
per li fèst,
mi burdèj, d’ chi grand u rèst,
ch’ e’ cusìva, l’arvultèva
ta cli chésie…du ch’ l’andèva.
Il sarto
Anche le donne accontentava / con le stoffe che comperavano / al mercato o dagli ambulanti /
che passavano ogni tanto. / Da lavoro il rigatino, / il vestito per i contadini, / di mezzalana per le
feste, / ai bambini, degli adulti il resto, / che cuciva, ribaltava, / in quelle case…dove andava.
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Rigatino
: tessuto a righe minute, di solito bianche e turchine, un tempo usato per grembiuli
da casa o tenute da lavoro. (Devoto – Oli).
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Mezzalan
a: tessuto misto di lana e cotone o di lana e raion. (Devoto – Oli).
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I contadini preparavano per tempo le varie stoffe e “il guardaroba”, veniva confezionato
dal sarto, che veniva ospitato in casa per il tempo necessario
“Riportiamo una novellina presentata da Marcella Cavallini su “La Piè, anno 1992, n. 9: (…) il sarto
che si è ‘acurdè’ lavora di forbici e d’ago a casa di un contadino, aiutato da un garzoncello
apprendista. Fattasi l’ora della colazione l’arzdora ha messo sulla tavola prosciutto e cipolla. ‘
Cla bòna zfòla’ – dice il contadino mangiando. Il ragazzetto allunga la mano verso la lodata cipolla; gli
arriva nel fianco una violenta gomitata del sarto:
Lèsa lè la zfòla ch’ la piès a e patrò, màgna e parsò t’. “ Elio Caruso , Le incallite terre, ed. Il Ponte Vecchio – 2012, pag. 102
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