Legacoop: “Area ex questura, esagerare i toni non serve, giusto coinvolgere la comunità nel dibattito”.
“Abbiamo letto con piacere come Marco Da Dalto, coordinatore del piano presentato da Ariminum sviluppo immobiliare (la società che ha comprato all’asta il complesso di via Ugo Bassi), che prevede un nuovo supermercato, abbia cambiato i toni aggressivi del recente passato, trasformandoli in una nuova attenzione e nella volontà di incontrare in breve tempo l’amministrazione comunale.
Bene, i progetti di cambiamento di una città non possono pensare di svilupparsi contro le comunità e senza che tanti ne sappiano individuare l’interesse comune.
Noi, per esempio, come hanno ben sintetizzato, partecipando all’interessante dibattito di questi giorni, i rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio, Cna, pensiamo che un nuovo insediamento commerciale non rappresenti un interesse pubblico tale da giustificare un accordo di programma, senza attendere i tempi del Pug.
A nostro parere, infatti, occorre mettere in campo una visione strategica più ampia, in grado di valutare aspetti non certo secondari, come la coesione sociale, il welfare di comunità, la sicurezza territoriale e l’ambiente.
Hanno quindi ragione il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e gli assessori, quando evidenziano la necessità di adottare un percorso di pianificazione ragionato, che solo uno strumento come il Pug può consentire. Ciò vale, naturalmente, non solo per Rimini, poiché sono le stesse linee guida della Regione Emilia-Romagna ad indicarlo.
Mentre correndo, come si propone, al di fuori di un percorso di pianificazione che avrebbe tra l’altro anche la caratteristica di coinvolgere l’intera comunità riminese, si evidenzierebbero le ragioni dell’interesse privato, ma si inibirebbero quelle dell’interesse pubblico, che a noi continua a sembrare meno chiaro. Continuiamo, infatti, a pensare che sia palese un interesse pubblico debole, che si limita alla cessione delle aree al Comune e ad interventi a bassa redditività di interesse sociale, realizzati e gestiti dal privato e da rivedere comunque nelle funzioni. E, allo stesso modo, ugualmente problematica e meritoria di approfondimenti, ci pare la parte privata proposta, poiché resta (volutamente?) vaga la motivazione per la quale sia possibile pensare a qualcosa di diverso da un artificio retorico nell’individuazione di 4.500 metri quadri di piattaforma logistica (o “aree di servizio a supporto della vendita” che dir si voglia), a fronte di soli 2.000 metri quadri di superficie di vendita (1.500 per il supermercato e 500 di negozi).
Il rischio, anche a non volere essere maliziosi, è quello di un sovraccarico di furgoncini per rifornire l’e-commerce e di tir per il rifornimento della piattaforma logistica, imposto ad una viabilità urbana già resa complicata dagli attuali volumi di traffico.
Ma, per storia personale ed associativa, siamo sempre disponibili a farci convincere di non aver ben inquadrato il tema e di non avere raccolto informazioni sufficienti.
I promotori dell’intervento – ed anche gli estemporanei difensori locali “a prescindere” del loro progetto – accettino la sfida e provino a convincere senza frette sospette, Rimini e la sua comunità, oltre a noi”.
Paolo Lucchi
(Presidente di Legacoop Romagna)
Giorgia Gianni
(Vice Presidente di Legacoop Romagna)