Mirco Bettini, il centauro verucchiese rivince il Tuareg Rallye in Marocco.
L’esperto pilota del team riminese Azzurrorosa si era imposto in questa classica
del motociclismo fuoristrada già nel 2018
Mirco Bettini ce l’ha fatta. E’ tornato sul “luogo del delitto”, il Tuareg Rallye in Marocco e ha rivinto. Nel 2018, anno della sua ultima partecipazione, si era imposto nelle categorie Expert e Over 50. Stavolta, correndo con una Ktm 790 bicilindrica messagli a disposizione da Motorstore di San Marino, è arrivato primo nella categoria Big Bike per moto sopra i 200 chili. Una categoria molto performante e fortemente “sponsorizzata” da Yamaha che nel Tuareg ha schierato sei moto non ufficiali ma frutto di un progetto della casa dei tre diapason che sta cercando di farsi sempre più largo nel fuoristrada. “Sono arrivato in Marocco da outsider, con l’unica Ktm bicilindrica e li ho battuti tutti. E’ una bella soddisfazione” – commenta lo stesso Bettini.
Il “capitano” del Team Azzurrorosa, la squadra corse riminese che porta i suoi piloti a gareggiare in diverse competizioni fuoristrada in giro per il mondo, si è imposto con il tempo complessivo di 13 ore e 45 minuti al termine delle sei tappe (dal 19 al 25 marzo) nel deserto marocchino. Ha lasciato il secondo a 3h50’ vincendo quattro speciali su sei e finendo secondo e terzo nelle altre due a pochi minuti dal vincitore. Nel complesso il team riminese è andato molto bene, piazzando, sempre fra le Big Bike, Paolo Filippini al quarto posto finale e i fratelli Trovanelli, Stefano e Maurizio, nono e decimo.
C’è stato un momento decisivo per la tua vittoria? “Il primo giorno di gara perché si sono subito scoperte le carte. – risponde Bettini. – Alla fine di una speciale di 110 km, dunque piuttosto breve, avevo già un’ora e 40 minuti di vantaggio sul secondo. In quel momento si sono capite le potenzialità di uomini e mezzi. Gli altri concorrenti sono andati in difficoltà sui terreni duri, con buche e che prevedevano attraversamenti di letti di fiumi in secca che sono però pieni di sabbia soffice. Sei obbligato ad affrontarli perché ai lati sei chiuso dalle sponde del fiume. Dopo che sono passate le auto e i 4×4 sono tratti difficilissimi: contano tecnica e forza. Insomma, ho capito di poter vincere e ho cominciato a gestire, cercando di non fare errori, tenendo un ritmo medio alto ma senza esagerare per evitare cadute. Nei giorni seguenti mi sono accorto che sulle dune faticavo meno di altri. E anche sulle piste già “battute” me la cavavo meglio. Così, ho continuato a gestire le mie prestazioni”.
Ad un certo punto hai sostituito le gomme cambiando la mescola sul posteriore. Perché? “Non ho cambiato solo le gomme ma tutte due le ruote al quarto giorno di gara. E una cosa abituale in questi tipi di competizione per evitare problemi dovuti all’usura. Ho scelto pneumatici Anlas Italia e sono partito con un anteriore soffice da enduro europeo e, dietro, una “hard” da rally africani. Quando ho cambiato ruote e gomme ho scelto per il posteriore una gomma più morbida. Ho rischiato, perché nel deserto una morbida si può tagliare più facilmente ma volevo una velocità media più performante. E’ stata una gran bella vittoria e, oltre a tutto il team che mi ha supportato alla grande, vorrei proprio ringraziare Motorstore San Marino, Anlas Italia, Bartubeless Bar Factory per l’importantissimo supporto”.