Addio a Pietro Cavallaro, un grande riccionese. Se n’è andato il 12 marzo a 83 anni. Lascia quattro figli: Davide, Gennaro, Amanda e Sara. Raggiunge la moglie Mariella, scomparsa alcuni anni fa. E’ stata una delle persone che ha caratterizzato la vita sociale e culturale della città a cavallo tra il Novecento ed il 2000. Aveva una caterva di passioni; ultimamente passava il tempo libero in campagna. Faceva l’orto ed allevava gli ulivi. Faceva anche il vino cotto che regalava agli amici più cari.
Di origine siciliana (era legatissimo alle sue origini), con gli occhi azzurri, arriva a Riccione appena dopo i 20 anni. Qui si sposa con Mariella e trova lavoro presso prestigiosi notai della città. Il suo motto era: “Se c’è da dare una mano io ci sono”. E lo è stato per decenni. Insieme alla consorte era legatissimo alla Papa Giovanni (prendono in affido un bambino) che poi viene adottato e sarà uno dei quattro figli della coppia. Al momento delle divisioni: eredità in parti uguali.
Si diceva, attivissimo nel volontariato e nella cultura. Per anni è stato uno dei più attivi dell’associazione “Amici per l’Albania” ed attivissimo per i diritti civili del popolo Saharawi in Africa. Aveva ricoperto anche incarichi istituzionali: Difensore civico del Comune di Riccione, presidente della Caritas Interparrocchiale. Sempre col sorriso, ma nei rapporti interpersonali se privi di etica, prendeva persone e questioni di petto fino alle conseguenze ultime. Da presidente della Caritas si dimise per una giusta causa, dopo un acceso diverbio con una signora.
Era un cattolico che insieme ad un gruppo di amici per decenni si riunivano per studiare i testi sacri; su questi temi aveva con una sua civica e personale interpretazione della fede. Era un fan di don Andrea Gallo e padre Alex Zanotelli.
Per dare il senso dell’uomo riportiamo un suo articolo uscito sulla Piazza: “Alla fine del 2010 è stata pubblicata la seconda edizione dell’“Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo”, ideato e progettato dall’Associazione “46° Parallelo” di Trento, dal Premio giornalistico Ilaria Alpi di Riccione per l’editrice Terre Nuove di Firenze.
Non mi è semplice identificare gli aggettivi utili a definire questo volume. Tuttavia ci provo brevemente.
Uno. E’ bellissimo perché contiene splendide immagini ed è ideato e impaginato in modo da essere consultato facilmente.
Due. E’ sconvolgente perché un unico volume riunisce una quarantina di conflitti e guerre molto spesso dimenticate e poco appariscenti sui media nazionali e internazionali; mi vengono i brividi solo a pensare alla situazione che vivono milioni di persone.
Tre. E’ completo nelle informazioni per la sua sinteticità utilizzando solo due pagine per ciascun conflitto individuando per ognuno le cause scatenanti.
Quarto. E’ un ottimo strumento di conoscenza, di informazione e di formazione culturale che, se ben utilizzato ad esempio dalle scuole, può aiutare a discernere e a meglio comprendere le varie situazioni conflittuali.
Quinto. Infine, almeno in me stesso, è capace di suscitare tristezza oltre che indignazione perché l’uomo pur avendo la capacità, le possibilità e il desiderio di vivere in pace, si lascia invece trascinare nelle violenze più odiose e distruttive.
Aver presente tutto ciò può forse contribuire a che ciascuno di noi persegua finalmente una vera via di pace.
Il volume è reperibile a Riccione presso il Block 60 oppure presso la villa Lodi Fè, Premio Ilaria Alpi”.
I funerali si svolgeranno venerdì 15 marzo alle ore 10 presso la Chiesa Pentecoste (Viale R. Emilia) di Riccione