Cotes: “Non siamo stati noi ad aver fatto saltare il tavolo”.
La COTES replica alla Fiom CGIL riminese rigettando le accuse di responsabilità per il
mancato accordo con i lavoratori .
“Era già tutto pronto, l’ipotesi di accordo generale, le intese di carattere economico ,
la gradualità degli esodi, il rispetto dei contratti e degli appalti. Dopo un lungo mese
di trattative, la FIOM CGIL ha però deciso di inasprire i toni . ”
L a COT ES punta il dito sull’organizzazione sindacale, ritenendola responsabile di aver
alzato i toni di un confronto fino a pochi giorni fa sereno e costruttivo. Un
atteggiamento che di fatto sta provocando un clima di conflittualità e agitazione , che
risc hia di portare a percorsi poco proficui per i dipendenti e per l ’ azienda.
“Abbiamo alle spalle 44 anni di storia aziendale – rilevano i vertici di COTES – segnata
da l rispetto di tutti i diritti e le spettanze dei lavoratori, con massima puntualità e
precisione, contribuendo al benessere e alla serenità di centinai a di nuclei familiari.
Con gli stessi criteri ci stavamo muovendo in questo difficile momento storico ” .
L ’ azienda non è risultata aggiudicataria di nessun Lotto, in Italia, nelle gare indette nel
2023 per le attività di rete tradizionale e la realizzazione di infrastrutture di
telecomunicazioni finanziate da contributi pubblici (PNRR), con conseguente perdita
della maggior parte dei territori di competenza in Romagna e in Umbria e drastica
riduzione delle lavorazioni appaltate , precludendo ogni possibilità di ottenere nuovi
lavori per almeno un triennio.
D i qui la necessità di procedere con la c essa z i one progressiva, nel 2024, dell’attività
nei siti produttivi di Rimini e Perugia .
Nell’intento di salvaguardare al meglio i dipendenti, si è avviata una trattativa c on le
Organizzazioni Sindacali, che ha portato a definire il ricorso agli ammortizzatori sociali,
la corresponsione anticipata del TFR , incentivi all’esodo graduale e l ’ utilizzo
dell’assegno di ricollocazione. Unica condizione: il rispetto delle esigenze di
completamento dei lavori prima dell’avvio dell’esodo dei dipendenti.
Tutto questo avrebbe evitato situazioni di disagio reciproco, garantito un passaggio
indolore e garanzie solide per tutti i lavoratori dell’azienda.
Invece, nell’attesa della firma dell’accordo, i Sindacati non hanno posto alcun freno
alla preoccupante accelerazione nei licenziamenti volontari che ha visto le dimissioni
di circa un terzo della forza lavoro complessiva.
Un atteggiamento irresponsabile che compromette anche la possibilità di assicurare
una continuità lavorativa per i prossimi anni, con il possibile subentro di nuovi
investitori.
Ora spetta alle Organizzazioni Sindacali e al la RSU evitare situazioni ancora peggiori”.