Senza il visionario-mecenate Umberto Zanvettori Gradara sarebbe altro. Forse non una delle mete turistiche più gettonate dagli italiani. Si svenò per restaurare castello e mura di cinta.
“Da Zanvettori all’ultima castellana. Le stanze private della Rocca di Gradara”, mostra che ripercorre gli anni del Novecento nella dimora storica che diventò museo dall’8 dicembre.
A un secolo dall’ imponente restauro, Gradara ricorda l’ingegnere che realizzò il sogno di riportare il castello di Paolo e Francesca all’antico splendore e costruì le fondamenta della futura destinazione turistica.
Il percorso espositivo include un omaggio della stilista Alberta Ferretti all’ultima Castellana Alberta Porta e sarà impreziosito, grazie alla collaborazione con Cereria Terenzi Evelino srl, da una serie di evocative fragranze volte a donare agli ambienti della Rocca un carattere magico ed irripetibile.
“Da Zanvettori all’ultima Castellana. Le stanze private della Rocca di Gradara”, è l’esposizione allestita presso la Rocca Demaniale dall’8 dicembre 2024 al 9 marzo 2025 che mira a riscoprire un periodo fondamentale della storia di Gradara – il Novecento – rendendo omaggio alla memoria di Umberto Zanvettori (1923-2023) l’ultimo proprietario, sindaco della cittadina e fautore dell’imponente restauro che salvò l’antica fortezza malatestiana dalla rovina e dall’oblio.
Negli anni Venti del secolo scorso l’ingegnere bellunese acquistò la Rocca, dando l’avvio a una serie di interventi architettonici strutturali e di opere di decorazione e allestimento delle sale interne volte a riportare ogni ambiente all’originario splendore; gli interventi, alcuni dei quali realizzati seguendo la moda del tempo e i desideri personali del committente, videro
Novecento come, l’architetto Gustavo Giovannoni, il decoratore Guido Enrico Fiorini (valente aiuto di Carlo Rubbiani nei restauri di San Francesco a Bologna e nell’ambito della Società Aemilia Ars), il decoratore Antonio Mostardini di Siena e il pittore abruzzese Carlo Patrignani.
L’intento di Zanvettori era quello di far rivivere all’antico fortilizio i fasti della sua epoca d’oro in un “rivisitato” Medioevo-Rinascimento, dove le stanze della Rocca dovevano diventare evocativi scenari delle vicende dei personaggi che, tra leggenda e storia, vi avevano abitato. Tra i personaggi “evocati” nell’allestimento di Zanvettori figurano in particolar modo la coppia d’amanti formata da Paolo e Francesca, di dantesca memoria, un mito letterario fascino e l’attrattività turistica di cui gode ancora oggi.
La mostra “Da Zanvettori all’ultima castellana. Le stanze private della Rocca di Gradara” – a cura del direttore della Rocca Demaniale Stefano Brachetti e dello storico dell’arte Fabio Fraternali (Gradara Innova) – intende riportare le sale della fortezza quanto più possibile, a una dimensione privata, antecedente al 1983, anno in cui la dimora storica venne convertita definitivamente a museo a seguito della morte di Alberta Porta, ultima castellana e seconda moglie di Umberto. Attraverso l’esposizione di oggetti e cimeli (in parte prestati da collezionisti privati), e con l’ausilio di supporti tecnologici sarà possibile, finalmente, far conoscere al grande pubblico la figura di Umberto Zanvettori e delle sue consorti, il contesto familiare, la vita di una grande dimora privata dagli anni ‘20 agli anni ‘80 del Novecento, gli conseguenti fortuna turistica della Rocca e del borgo.
Il percorso espositivo include un omaggio della stilista Alberta Ferretti all’ultima Castellana, Alberta Porta e sarà impreziosito, grazie alla collaborazione con Cereria Terenzi Evelino srl, da una serie di evocative fragranze volte a donare agli ambienti della Rocca un carattere magico ed irripetibile.