Olga Karatch, l’attivista per i diritti umani bielorussa a Pesaro: «Io condannata a morte ma lotto per la pace».
Inserita nella lista nera del Kgb bielorusso. Considerata «una minaccia per la sicurezza nazionale» anche per la Lituania, che non le ha concesso l’asilo. La vogliono morta, ma l’attivista per i diritti umani Olga Karatch rilancia la sua battaglia nella sala Pierangeli della Provincia: «Nel mio Paese c’è solo il terrore. Da 30 anni Lukashenko ha preso il potere, non lo lascia: tutti giorni decine di persone vengono arrestate. Dopo le proteste del 2020 proseguono le repressioni». Più volte incarcerata e torturata dal regime, dichiarata nove volte «terrorista», Karatch, vincitrice del premio Langer 2023, porta avanti la sua attività nonviolenta di denuncia con l’organizzazione Our House: «Duemila persone vengono aiutate sul lato economico e con il pagamento delle spese legali e degli alimenti. Il nostro impegno è rappresentato dalla campagna ‘No means no’, contro la coscrizione nell’esercito di Lukashenko, per i bielorussi che non vogliono andare in guerra». La richiesta all’Europa è quindi «creare un corridoio umanitario per fare uscire 5-10mila persone dal Paese verso Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia. Operazione che potrebbe facilitare le cose per chi non vuole combattere contro i vicini». Dice il presidente Giuseppe Paolini: «Olga è una ragazza che ha subito torture, è in esilio (a Vilnius, ndr), lotta con forza contro i soprusi e per la libertà. Speriamo che ognuno prenda un seme dalla sua testimonianza e lo faccia germogliare. Ringraziamo la Fondazione Langer, che ha scelto la nostra provincia per la prima tappa italiana del tour di Karatch dopo la cerimonia romana». All’iniziativa, organizzata nell’ambito di ‘Euromediterranea’ da Provincia e Lupus in Fabula in collaborazione con il Gruppo di Pesaro di Amnesty International e la Scuola di Pace Carlo Urbani, sono intervenuti anche Marco Vitali (Amnesty International), Luciano Benini (Scuola di Pace) e Mauro Bozzetti (Lupus in Fabula).