Paolo Galletti e Silvia Zamboni, co-portavoce Europa Verde – Verdi Emilia-Romagna: “Piscine al posto delle mucillagini? No, grazie! Preferiamo un mare pulito”.
“Di fronte al fenomeno mucillaggini c’è chi ha alzato bandiera bianca invocando piscine a gogò sulle spiagge con vista mare morto. Piscine al posto del mare, come fosse un inutile orpello del divertimentificio della riviera Adriatica.
Siamo consapevoli del danno di immagine ed economico al turismo balneare, settore trainante del Pil regionale e legato a migliaia di posti di lavoro. Riteniamo però miope nascondere la testa sotto la sabbia e cercare di tranquillizzare gli animi che le mucillagini sono un fenomeno naturale, non da combattere ma da aggirare con un’ondata di piscine sulle spiagge. Piscine che sotto la morsa della siccità legata alla crisi climatica sarà sempre più dispendioso riempire di acqua potabilizzata. Uno scenario che fa sorgere il dubbio che anche a questo servono le ventilate nuove dighe in Romagna.
Il messaggio da cogliere è invece un altro: l’aumento della temperatura genera fenomeni naturali e meteo estremi, che vanno contrastati alla fonte.
A cominciare dalla salvaguardia ambientale dei fiumi, ridotti a canali spogliati dalla vegetazione riparia (che svolge cruciali compiti depurativi), e veicolo di scarichi contenenti fosforo e azoto provenienti da allevamenti intensivi e da agricoltura industriale. Nutrienti che, potenziati dagli effetti dell’emergenza climatica, innescano il fenomeno delle mucillaggini.
Occorre intervenire sugli allevamenti e sull’agricoltura industriale e imparare a gestire i fiumi come habitat viventi.
Questo richiede la messa in campo di politiche graduali, ma serie e determinate, di conversione e riqualificazione ambientale, se vogliamo un mare pulito. La scorciatoia delle piscine, già bocciata dalla Regione a inizio degli anni ’90 dopo la prima esplosione delle mucillagini, è un diversivo che non agisce sulle cause del problema e che può semmai creare altri problemi. Bisogna tornare alle misure preventive, come si fece negli anni ’80 e ’90 quando fu prima tolto il fosforo dai detersivi e, dopo lunghe lotte con in testa i Verdi, fu realizzato il depuratore a Milano per ridurre gli inquinanti che finivano nel Po, e da lì al mare.
Dare per perso il mare e proporre di sostituirlo con una marea di piscine in spiaggia indica che si preferisce persistere in un modello sbagliato e insostenibile invece di guardare la realtà in faccia e predisporre i necessari cambiamenti”.