di Giorgio Girelli*
Mi colpisce e mi addolora la scomparsa di Gianfranco Mariotti il 20 novembre, nè attenua l’intensa tristezza l’ineluttabilità degli eventi umani. Dopo decenni di contatti, collaborazioni, esperienze comuni lo “strappo” è comunque forte. Ne ricordo con gratitudine le sue partecipazioni alla inaugurazione degli anni accademici del Conservatorio Rossini, la sua ricorrente riflessione per cui “senza Conservatorio non avremmo avuto né Fondazione Rossini, né Rossini Opera Festival”. Quando nel 1980 dette vita alla splendida “avventura” del Rof pensò di far capo al “capitale artistico” del Conservatorio, come rivelano le carte dell’Istituto di quegli anni. Anche se poi la prospettiva si rivelò impraticabile. Gli serbo riconoscenza per avermi invitato – quale presidente del Conservatorio – a far parte del consiglio di amministrazione del ROF ed ho sempre apprezzato il suo equilibrio e la capacità di smorzare situazioni imbarazzanti, come accadde quando Riz Ortolani, nella sua schietta spontaneità, criticò duramente senza parafrasi Mascagni per la musica composta per il film “Rapsodia Satanica” suscitando vivaci proteste dei docenti presenti al convegno, presso l’auditorium Pedrotti, sul noto compositore. Ma il vero “miracolo” di Mariotti è stato il ROF sul quale molto si è scritto e si potrà scrivere. Solo una mente illuminata come la sua, congiunta alle sue capacità operative, potevano dar vita in un territorio privo di presupposti per grandi eventi musicali ad un Festival tra i più celebri al mondo. Con sentimenti di vicinanza ed affetto ai suoi cari rendo onore a questo concittadino di cui si può dire che abbia “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo artistico”, degno di essere nominato senatore a vita.
*Presidente Emerito del Conservatorio Statale “Rossini”