Casa: il 15 ottobre scade il termine per richiedere i contributi del “Fondo affitti”, il bando da 10 milioni sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna. Altri 12 milioni stanziati per la manutenzione degli alloggi Erp e 7 sul social housing
Petitti: “Casa priorità sociale, ma il governo azzera i fondi. La Regione c’è – dal 2020 con 54 milioni – ma non basta, servono risorse nazionali per dare risposta a famiglie, giovani e studenti del campus di Rimini”
Il 15 ottobre scadrà il termine per presentare la domanda dei contributi previsti dal “Bando Fondo Affitto 2024”. Fondi messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna ai Comuni, che stanno gestendo per i rispettivi territori la raccolta e la gestione delle domande.
“Rappresenta – spiega Emma Petitti – un’opportunità concreta per coloro che si trovano in difficoltà nel pagamento dell’affitto, alleviando il peso economico sulle famiglie in un momento di bisogno e cercare di rendere l’abitazione un diritto concreto e accessibile”.
Dal 2020 a oggi superano i 52 milioni di euro le risorse stanziate direttamente del bilancio regionale per il Fondo per l’affitto, mentre a livello nazionale va purtroppo registrato un azzeramento dei finanziamenti dopo i 64 milioni di euro stanziati per il 2021 e il 2022.
“Una scelta del Governo – continua Petitti – scellerata e incomprensibile; in un momento dove più alta è la richiesta di aiuto e crescono le domande, questo Governo se ne lava le mani, lasciando famiglie, giovani e studenti da soli. La casa è una vera e propria emergenza sociale, i fondi della Regione sono importanti, ma non basteranno, rimarranno fuori in tanti ed è una vergogna che lo Stato lasci da soli, ancora una volta, i territori”.
Oltre ai 10 milioni del bando, a completare gli investimenti sulla casa da parte della Regione Emilia-Romagna, ci sono i 12 milioni per la manutenzione degli alloggi Erp e il programma di Social Housing, dal valore di altri 7 milioni.
“La casa e l’abitare – continua Petitti – sono cruciali anche per lo sviluppo della provincia di Rimini. Faccio due esempi: il primo è il campus universitario di Unibo, in crescita grazie al lavoro fatto dal Comune e da Unirimini, ma che senza la possibilità di offrire agli studenti case o posti letto a prezzi accessibili, rischia di perdere attrattività, una prospettiva che non possiamo accettare. La seconda sono gli affitti brevi a scopi turistici, che a Rimini ovviamente incidono molto più che altrove, con l’effetto di togliere disponibilità di case sul mercato delle locazioni e di alzare il costo degli affitti; a rimetterci sono ancora una volta le famiglie più in difficoltà e i giovani, e non solo nei comuni costieri. Il futuro dell’Emilia-Romagna che abbiamo in mente non è quello di un territorio chiuso, esclusivo e respingente, bensì di una Regione che deve continuare ad investire per diventare sempre più una comunità libera, accessibile ai giovani e solidale”.