Gli scienziati non hanno ancora concordato perfettamente da quanti secoli l’uomo conosca l’esistenza del (canus lupis familie (cane). Gli studiosi, archeologi, animalisti suppongono la loro apparizione, ritrovata in siti archeologi, le sue origini siano di trenta, quaranta mila anni fa: origini dal lupo e cane sciacallo, cane selvatico, canis lupus familiaris ebbe origine nelle steppe dell’Asia centrale. Affermano di essere stati partecipi dell’evoluzione umana. Alcuni scienzati ne dubitano e si pongono perplessità, addirittura lo scienzato etologo premio nobel (Conrad Lorenz) ne parla in un suo libro (quando l’uomo incontrò il cane).
“Usato da preistorici dimoranti nelle foreste utilizzato per la caccia, omaggi alle divinità, anche per rapporti di affetto”, come afferma l’etologo Brian Har, e il pittore francese Eduardo Henri Avril. Lo rappresenta con una opera tratta da un graffito scoperto in una caverna, in atteggiamento equivoco; opera attualmente esposta in un museo americano.
Il cane è di facile addestramento: per il cibo, stato sociale, agli ordini, funzioni. Le sue naturali caratteristiche. Le trasformazioni antropologiche, non completamente rinvenute, lo affermano oltre ai tanti scienziati.
Sul cane sono stati scritti 70 mila libri. La dottoressa Paola Valsecchi nei suoi studi descrive attentamente la evoluzione del cane ai nostri giorni. Nel libro: (“Attenti al cane”) cita l’aspetto sociale del cane. Come ha subito incroci e benecolmente sottomesso dall’uomo, mutandolo in differenti razze; per poter soddisfare le esigenze dell’uomo.
Lascio questa mia grossolana ricerca scientifica per entrare nel merito sociologico dei nostri giorni, con alcune riflessioni ed esempi. Il cane da pastore per sorvegliare il gregge, mandrie, proprietà e tante altre versioni: caccia, traino della slitta nei polari freddi, anche nella ricerca del tartufo, addestrato con brutali metodi per questa costosa disciplina.
I trasporti industriali, e scoperte scientifiche erano ancora lontane; hanno partecipato alle evoluzioni animali e umana, gli riconoscono gli studiosi. Alcune razze in caso di non necessità, lasciati come già affermato selvaggiamente in strada, vengono denominati maledetti! Del caso, perché socialmente abbandonati. Portatori di malattie, disagio a noi umani, accuditi solo da pietosi volontari con alcune scorze di pane, vivono nelle periferie o in branchi nelle zone rurali.
Gli altri ibridi sono entrati nelle nostre famiglie, inconsciamente usati come uso sociali, affermano antropologi, psicologi e altri scienziati.
Passeggiando nel bellissimo porticciolo dove vivo, noto non solo famiglie, giovani coppie con affettuosi abitudini, bambini allegri con il viso imbrattati dal gelato, cosa bellissima. Ma persone in compagnia esclusivamente di cani, osservando una assurda scena. Una coppia di passeggianti, la signora con due cagnolini in braccio e il terzo cane in un carrozzino per bambini, esprimendo aggettivi da me espressi durante l‘infanzia dei miei figli.
Accarezzandoli con baci, carezze, parlandogli e stretti nella parte del cuore. Con la mia impertinenza e sarcasmo ho chiesto il motivo, perché la carrozzella? Per poi associarli tutti e tre quando saranno stanchi per dormire; questa è la loro fastidiosa risposta alla mia impertinente domanda, motivando questa mia ricerca e farne un commento scritto.
Il cane non è più, pur se nostro amico e compagno di vita, un vero animale, ma divenuto sociologo, sostituisce la nostra solitudine e mancanza di affetto. La società attuale ha privato e tolto questi nostri umani pregi. Le poche nascite, il nostro voluto individualismo, il bugiardo sembrare…
Alla moda, e altre metamorfosi sociali avvenute nel mostrare il nostro immaginario, e la voluta ricchezza, il costume borghese delle aristocrazie. Con i loro cagnolini durante i viaggi nelle lussuose carrozze o negli incontri di donne borghesi durante le feste di palazzo.
Ricordo la funzione del levriero (benedico), partecipe nel colossal film di Luchino Visconti, “Gattopardo”, accompagnava il padrone, il principe di Salina durante le sue paranoiche passeggiate e soste all’ombra di querce.
Attualmente la maggioranza dei cani assemblati in piccole abitazioni, facendoli uscire per i loro bisogni fisiologici solo per alcuni minuti, causa poco tempo disponibile, solo al guinzaglio, sterilizzati, viziati con nuove alimentazioni perderanno tutte le loro fondamentali proprietà. Annusare, caccia ad altri animali, non potranno più trastullarsi in giochi con lucertole, topi, tartarughe. Non potranno più abbaiare, annusare dove passano i loro simili, uccelli che fuggono in volo e altro.
Sono nate aziende del cibo per cani e gatti e altre specie. Compagnie per cibi tra l’altro costosi, operanti in borsa. Le poche future nascite, di canini, le razze e prezzi in un vicino futuro, saranno controllati solo da spietati allevatori organizzati; non saranno più donati dal vicino di casa o raccolti girovagando sperduti nelle strade.
Il cane anche esso privato delle sue naturali caratteristiche, antropologicamente avrà un mutamento solo forzato e voluto. E’ già succube di consumi come noi umani, mutandogli il modo di vivere, alimentarsi, addirittura vestirlo con abbigliamento firmato. Ne ho notati alcuni con occhiali da sole.
Che futuro avrà questo meraviglioso animale vero amico? Randagi!! Coraggio, i vostri salvatori con amore vi procurano alcune scorze di pane secco e indurito, vi faranno vivere e rivivere la vostra storia? Da veri cani, ma guarite dalle pericolose vostre malattie, anche mortali, per noi uomini.
Concludo citando alcuni aneddoti per questi nostri compagni, di famosi pensatori. Arthur Schopenhauer: “Il cane è un filosofo privo di cattiveria e narcisismo”.
Madame de Sevigne, scrittrice francese già nel mille seicento, affermava: Quanto più conosco gli uomini, tanto più amo i cani”.
Detto dei contadini sabini: “Il mio cane è veramente intelligente, solo al padrone e il fattore digrigna e morde”.
Paolo (Palmiro) Giannini