E’ forse il mattoncino con il quale leggere questo complicato ed all’apparenza pazzesco momento storico. Si tratta del Dialogo tra i Melii e gli Ateniesi, raccontato dallo storico Tucidide ne “La guerra del Peloponneso”. Meli è una piccola isola del Mar Egeo che vuole vivere in pace. Atene, insieme a Sparta, è una delle super potenze militari ed economiche.
Il passo di Tucidide è “una drammatizzazione dei negoziati tra le delegazioni degli ambasciatori ateniesi e dei Melii. Tucidide non era presente al negoziato”.
Gli ateniesi danno ai Melii un ultimatum: “arrendersi o essere distrutti. Gli ambasciatori ateniesi dissero esplicitamente di non voler perdere tempo in convenevoli e ragionamenti moralistici, dichiarando con brutale schiettezza che se i Melii non si fossero sottomessi sarebbe stato pieno diritto degli Ateniesi distruggerli secondo la legge del più forte. Secondo gli ateniesi, infatti, accettare la neutralità di Melo sarebbe potuto sembrare una dimostrazione di debolezza agli occhi non solo dei nemici Spartani ma anche degli altri alleati. La sottomissione di Melo avrebbe significato, invece, un’ulteriore dimostrazione della forza ateniese e avrebbe scoraggiato ribellioni all’interno della lega.
Alla fine i Melii, pur riconoscendo la superiorità della forza ateniese, rifiutano di sottomettersi, confidando nell’assistenza degli dèi e degli Spartani, i quali, secondo loro, sarebbero giunti in loro aiuto contro la cieca brutalità imperialistica di Atene”. Quando la storia si ripete…