di Lorenzo Bugli*
Ho letto con interesse l’intervista di fine anno a Giulia Muratori, neo Segretaria di Libera,
apprezzando la sua capacità di affrontare temi cruciali per il nostro Paese come sanità, diritto alla
casa e crisi demografica. Sono argomenti strategici, che richiedono una visione comune e non
appartengono a un’area politica specifica, ma rappresentano le fondamenta di un Paese che aspira
a mantenere un alto livello di welfare.
L’esperienza insegna che le grandi sfide si vincono solo quando si superano i tradizionali steccati
ideologici, unendo anime diverse attorno a obiettivi condivisi. Già nei tempi difficili della Prima
Repubblica, politici di ogni estrazione, come Aldo Moro e Amintore Fanfani, seppero dimostrare che
la forza del dialogo e della convergenza su temi chiave – dal lavoro alle politiche sociali – era la strada
per costruire un’Italia moderna. Il nostro piccolo Stato può e deve prendere esempio da queste
figure che , ispirandosi ai principi del Codice di Camaldoli, misero la dignità della persona e il bene
comune al centro della loro azione politica.
Se da un lato è giusto discutere dell’IGR e di un modello di indicatore come l’ICEE per rendere più
equa la distribuzione fiscale, è altrettanto evidente che la priorità per San Marino non è questa.
Prima ancora di concentrarci su nuove imposizioni, occorre portare a compimento l’Accordo di
Associazione con l’Unione Europea. Questo è il vero passaggio strategico assieme ad un rinnovato e
troppo rimandato PRG: senza una chiara prospettiva europea e territoriale che offrano stabilità e
opportunità, ogni nuova tassa rischia di essere un peso che grava su chi, con sacrificio e dedizione,
lavora per tenere viva la nostra economia.
Inoltre, è cruciale rafforzare i controlli sul territorio per prevenire abusi. Ci sono stati esempi, anche
in Paesi limitrofi, in cui sistemi poco trasparente hanno incentivato comportamenti speculativi,
erodendo la fiducia nei cittadini onesti. È da qui c he bisogna partire, migliorando l’applicazione delle
regole esistenti, piuttosto che introdurne di nuove senza una reale capacità di farle rispettare.
Ma, accanto alla concretezza delle politiche, c’è una sfida più grande: riaccendere nei giovani la
passione per la politica e la speranza in un futuro costruito insieme. Come disse Giorgio La Pira, uno
dei grandi ispiratori della politica democristiana: “L a politica è la forma più alta di carità.” Tra i giovani
leader del nostro Paese deve nascere una sintesi che sappia guardare avanti, che superi le divisioni
e le rivalità del passato per costruire un nuovo metodo di approccio ai problemi, basato sulla
collaborazione e sulla fiducia reciproca.
San Marino ha sempre saputo dimostrare, nei momenti più complessi, la capacità di unirsi per
affrontare sfide difficili. È il momento di riscoprire quella stessa forza, mettendo da parte estremismi
e tatticismi, e riportando al centro della politica il val ore del dialogo e dell’innovazione. Questa è la
strada per riaccendere la speranza e restituire alla politica la sua funzione più nobile: servire la
comunità.
*Consigliere del Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino