Di Alessandro Bovicelli, ricercatore di Ginecologia oncologica all’Università di Bologna
La riforma dell’ingresso a Medicina è stata costruita male tanto da far rimpiangere il numero chiuso che c’era prima. Soprattutto dato l’alto numero di iscritti sono garantite pochissime lezioni in presenza a mio parere fondamentali per gli studenti. A Bologna, per esempio saranno solo tre. Una sorta di presa in giro e un grosso danno per gli studenti che saranno costretti a seguire da casa con tutte le limitazioni già sperimentate all’epoca del Covid. Poi dopo un mese e mezzo di lezioni ci saranno due sessioni di esame che serviranno a fare la selezione. Ci sono state parecchie lamentele; dal caos precedente si passa al disastro perché la selezione è nozionistica, il percorso è stressante e si rischia di compromettere la qualità della formazione medica e della salute pubblica.