La lettera
– Buongiorno a tutti. L’idea di queste righe è scavare nel passato per dimostrare come la storia si ripete.
In questi giorni, molti misanesi sono preoccupati per il deposito di amianto e chiedono aiuto al Comune. A ciò l’amministrazione risponde con dichiarazioni quali: “Scelte prese in un’ottica complessiva di cambiamento per rispondere ai bisogni del territorio e delle persone e per avvicinarsi agli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale imposti dai cambiamenti in atto.”
Anche negli anni ‘70, per affrontare la problematica legata all’aumento di rifiuti, da “le stanze dei bottoni” sono arrivate disposizioni a Misano: posizionare un inceneritore in zona Casette. Le case erano poche, ma c’erano e sarebbero state proprio vicine all’impianto.
Quella volta la gente era schietta, genuina e molto romagnola. Per raccontare delle potenzialità dell’inceneritore, erano arrivati degli ingegneri esperti dalla città. Parlavano di un passo verso il futuro per Misano. Insomma, un onore averlo come vicino di casa. I politici dicevano cose tipo: “Verranno create zone verdi e gli impianti sono puliti e di ultima generazione.”
Magari qualcuno avrà pensato: “Non vedo l’ora di andare a chiamare mio cugino di città per dirgli: ‘Nella mia fattoria avrò l’erba che guarda al futuro!’. Qualcuno, per curiosità personale, è andato a vederli questi impianti in giro per l’Italia evoluta e ha potuto constatare che la verità era diversa da come rappresentata.
Vennero presi provvedimenti: riunioni informative nelle case, manifestazioni e striscioni di protesta. “Lo slogan più colorito fu quello di un ferreo signore delle Casette: ‘Se a fè la Cenerentola i lè… ichè, me av’ amazz ma tòtt!’ (Se farete l’inceneritore lì, io vi ammazzo tutti); un modo schietto per dire che non avrebbero accettato compromessi.
Visto lo scontento generale e le forti proteste, il sindaco di allora si è rimboccato le maniche e, insieme a fidati collaboratori, ha studiato un’alternativa: creare una zona industriale a Raibano e qui posizionare il futuro inceneritore, necessario per fronteggiare la problematica legata allo smaltimento dei rifiuti.
In questi giorni, la storia si ripete, solo che questa volta i cambiamenti in atto impongono un deposito di amianto, e la posizione individuata è ancora una volta vicino a zone urbanizzate.
I misanesi a gran voce: “Non possiamo accettarlo!”. L’amministrazione di oggi ha avuto il buon esempio da quella precedente; per il bene di tutte le attività e persone, chiediamo soluzioni alternative: in grado di salvaguardare gli interessi dell’impresa e il benessere psico-fisico dei cittadini.
Una volta si diceva: cerchiamo di salvare “capra e cavoli”. Conosciamo la nostra storia e sappiamo che, unendo le forze, si possono trovare soluzioni che tutelino il futuro dei cittadini. Oggi, come allora, contiamo su di voi per trovare alternative. Solo il sentire comune può invertire la legge comunale che ha permesso lo stoccaggio.