EveryOne Group interviene sulle dichiarazioni rese in più occasioni dalla Giunta regionale delle Marche e dal Presidente Francesco Acquaroli, secondo cui la Regione sarebbe orientata verso la realizzazione di un inceneritore per “evitare una procedura d’infrazione dell’Unione Europea” e per “rispettare le regole”. Una tesi che, a giudizio di EveryOne Group, capovolge i termini reali della vicenda e rischia di disinformare i cittadini.
Da mesi, infatti, diverse associazioni ambientaliste – tra cui Marche a Rifiuti Zero ed Europa Verde, insieme ad altri soggetti civici – hanno contestato la struttura e l’impostazione del Piano regionale dei rifiuti, sostenendo che l’incenerimento venga presentato come pilastro strategico, in modo non coerente con i principi delle direttive europee sull’economia circolare e con la gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, che pone al primo posto prevenzione, riduzione, riuso e riciclo, relegando l’incenerimento a opzione residuale. Secondo quanto riferito dai promotori, a seguito di esposti e petizioni, la Commissione Europea ha avviato verifiche preliminari, come avviene quando vengono segnalate criticità di compatibilità con gli obiettivi europei.
EveryOne Group sottolinea che la narrazione proposta dalla Regione rischia di diventare un alibi politico: si presenta l’inceneritore come la via necessaria “per non incorrere in infrazioni”, mentre la questione sollevata dalle associazioni e da molte realtà territoriali è esattamente opposta. In altre parole, non si teme una procedura europea perché non si costruisce un inceneritore, ma perché si sceglie di fondare il sistema su un modello inceneritorista anziché investire in un piano coerente con l’economia circolare, capace di ridurre drasticamente l’indifferenziato e di potenziare la filiera del recupero di materia.
EveryOne Group, che da anni mette in guardia le comunità dai danni ambientali e sanitari legati agli impianti di incenerimento, aggiunge un elemento di particolare preoccupazione per il territorio: tecnici e figure vicine agli ambienti regionali, in interlocuzioni informali, avrebbero confidato che la localizzazione dell’impianto potrebbe ricadere nella Provincia di Pesaro e Urbino. EveryOne Group non intende trasformare indiscrezioni in certezze, ma ritiene indispensabile che la Regione chiarisca immediatamente la situazione, anche per evitare tensioni e conflitti sociali alimentati dall’incertezza e dal sospetto.
Se tale ipotesi dovesse essere confermata, la scelta sarebbe gravissima: andrebbe infatti a peggiorare una condizione già delicata per la qualità dell’aria e per la salute pubblica in un’area che convive da tempo con criticità ambientali e con le polveri sottili provenienti dal traffico, dalle attività industriali e dal trasporto di inquinanti dalla Pianura Padana. “Il nostro territorio non può diventare il terminale delle scelte più impattanti e più obsolete”, afferma EveryOne Group. “Non possiamo accettare che si scelga la via del fuoco e delle ceneri mentre si rinuncia a soluzioni moderne e sostenibili: prevenzione a monte, tariffazione puntuale, impiantistica per la selezione e il recupero, filiere del riuso, investimenti seri in qualità della raccolta differenziata. L’inceneritore è una scelta che vincola per decenni e rende economicamente conveniente produrre rifiuti da bruciare, invece di ridurli”.
Sul piano sanitario, EveryOne Group ricorda che l’incenerimento, anche con tecnologie moderne, produce emissioni e residui (ceneri e scorie) e che la letteratura scientifica internazionale, in diversi contesti, ha evidenziato associazioni e aumenti di rischio per alcune patologie nelle popolazioni esposte, incluse forme oncologiche, disturbi endocrini, respiratori e cardiovascolari. I rischi non possono essere banalizzati né rimossi dal dibattito pubblico: un impianto che brucia materia non può essere presentato come “neutro” o “pulito” per definizione, perché genera ricadute ambientali da monitorare e gestire, con effetti potenzialmente rilevanti nel medio-lungo periodo.
Per EveryOne Group la strada europea non è quella dell’incenerimento elevato a soluzione strutturale, ma quella della riduzione e del recupero, della prevenzione e del riciclo, dell’economia circolare reale e non dichiarata. “L’Europa non chiede inceneritori: chiede risultati. E i risultati si ottengono riducendo i rifiuti, aumentando il recupero di materia e creando un sistema avanzato e trasparente. Tutto il resto è un ritorno al passato mascherato da modernità”.
EveryOne Group chiede dunque alla Regione Marche un atto di trasparenza immediato: rendere pubblici gli scenari alternativi valutati, gli studi tecnici e comparativi, l’impostazione complessiva del piano e chiarire se esista già un orientamento territoriale sulla localizzazione dell’impianto. Chiede inoltre l’avvio di un confronto pubblico reale con comunità locali, tecnici indipendenti e associazioni, prima che le scelte vengano consolidate e rese irreversibili.
“La verità è che i cittadini hanno diritto di sapere. E hanno diritto di essere ascoltati prima, non dopo. Non si può costruire consenso sull’ambiguità, né imporre una scelta industriale pesantissima presentandola come un obbligo europeo: sarebbe una distorsione grave del dibattito democratico”.
EveryOne Group
Premio Rotondi 2018 quale “Salvatore dell’arte della Shoah”
EveryOne Group
Movimento civile per la salvaguardia dell’ambiente e dei beni culturali e paesaggistici
ILMC – Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria













