di Gianfranco Vanzini
Cara Carlotta ,
consentimi il “tu” che rende tutto più facile e diretto.
Ho letto la tua risposta alle mie osservazioni sul Part time condiviso e voglio aggiungere una considerazione a mio avviso molto importante
Il problema del part time condiviso per padre e/o madre, oppure solo, o quasi solo, per le mamme, non è un problema culturale.
Come tu giustamente scrivi è vero che: “che la genitorialità deve essere un progetto condiviso basato su amore e collaborazione” , ma è altrettanto vero che maschi e femmine sono diversi BIOLOGICAMENTE.
Hanno caratteristiche, capacità, sensibilità, diverse l’uno dall’altro/a. Non sono totalmente sovrapponibili e sostituibili.
Nei loro primi anni di vita i figli hanno più bisogno della madre che del padre, non solo per l’allattamento, che rimane comunque una cosa molto importante, ma anche per tutte quelle necessità e attenzioni che le mamme, molto più dei padri, sono portate a fare e che, molte di loro, desidererebbero fare.
Questa, cara Carlotta non né ideologia né cultura è antropologia, biologia. Siamo fatti così.
Da questo non possiamo prescindere.
E allora uniamo le forze e chiediamo con forza a Stato e Regioni risorse e normative adeguate per permettere alle madri di svolgere al meglio, volendolo, la loro funzione materna.
Se allevare i figli diventa più facile se ne fanno di più, e la denatalità cala.











