Il parlamentare del Pd Andrea Gnassi e il caso gadget di Mussolini in vetrina a Rimini: “Il governo tiene in naftalina da quasi tre anni due proposte di legge del Pd per rendere più stringente il reato di apologia del fascismo su commercializzazione e vendita e per vietare l’intitolazione di strade e piazze. Dica chi governa se ritiene che il monda possa continuare a vedere nei negozi effige e busti di Mussolini e Hitler”
“Il caso di qualche giorno fa a Rimini, con una coppia di turisti tedeschi in vacanza che si è rivolta alla Polizia Locale per aver trovato nella vetrina di un negozio i portachiavi con la faccia di Hitler è solo l’ultimo in ordine di tempo. C’è chi di recente ha segnalato al comando bottiglie con l’etichetta di Mussolini sui banchi di un supermercato e bene ha fatto l’assessore alla sicurezza a chiedere agli agenti di intensificare i controlli sulla provenienza dei gadget per rendere quantomeno difficile il lavoro a chi li mette in vendita in assenza di una legge ad hoc che ne vieti la commercializzazione. Come Partito Democratico di proposte di legge in materia ne abbiamo presentate addirittura due condivise con l’Anpi e firmate anche da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e Italia Viva, la 395 e 396 del 19 ottobre 2022, ma, pur incardinate, giacciono in Parlamento da quasi tre anni senza che il governo le inserisca mai nell’ordine del giorno dei lavori. E’ una vergogna!”. Così il deputato Dem Andrea Gnassi, che entra quindi nel merito e incalza: “Con la prima proposta di legge come Partito Democratico abbiamo chiesto di rendere più stringente il reato di apologia del fascismo riguardo alla promozione e vendita di gadget e con la seconda di vietare l’intitolazione di vie, strade e piazze a gerarchi fascisti o della Repubblica di Salò. La maggioranza tiene però fermo l’iter per la valutazione e l’approvazione. Dica chi governa se ritiene che possano fare bella mostra in vetrina e girare nel mondo immagini di effige e busti con i volti di Mussolini e Hitler e consenta soprattutto di poter prendere in considerazione e discutere proposte tenute ferme per oltre metà legislatura”.