Rimini Meeting, Pizzaballa: «Ripartiamo dalla mitezza».
Una mostra evento al 46° Meeting di Rimini, per rileggere la figura di San Francesco attraverso le parole del suo Testamento. Con un confronto intenso tra arte, storicità e attualità.
Un annuncio da Assisi, nel cuore dell’Umbria francescana
È stata presentata ad Assisi, nella Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, la mostra “Io, frate Francesco. 800 anni di una grande avventura”, che sarà uno dei fulcri del 46° Meeting per l’amicizia fra i popoli (Rimini, 22-27 agosto 2025).
Un evento carico di significati, per l’eco della figura di Francesco nel tempo presente e per la scelta di lanciare la mostra proprio nei luoghi che lo videro vivere e morire. Non una celebrazione sterile, ma un gesto condiviso e coraggioso che unisce – come ha ricordato il Ministro provinciale fra Francesco Piloni – la spiritualità, la bellezza e il desiderio di essere testimoni di speranza in un tempo segnato da divisioni e paure.
Il Testamento di san Francesco come filo rosso
La mostra è costruita attorno al Testamento di Francesco, il testo con cui il santo, nei suoi ultimi mesi di vita, consegnò ai frati e alla Chiesa non una somma di precetti, ma l’essenza della propria esperienza. «Abbiamo scelto di partire da lì – ha detto fra Francesco Piloni – perché nel Testamento ci sono parole-chiave, autentiche “password” per vivere oggi. Francesco parla a noi, all’uomo del nostro tempo, inquieto e assetato di autenticità».
Ed è proprio questa eredità spirituale che la mostra intende trasmettere: non un Francesco da ammirare da lontano, ma da ascoltare nel profondo, come interlocutore contemporaneo.
La voce della poesia e quella delle istituzioni
Durante l’incontro ad Assisi hanno preso la parola anche Davide Rondoni, poeta e Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’Ottavo centenario, e Stefania Proietti, Presidente della Regione Umbria. Rondoni ha offerto un intervento breve ma incisivo, in cui ha ricordato che Francesco fu poeta perché capace di distinguere tra amore e possesso, tra desiderio e possesso, come i trovatori della Francia meridionale.
«Francesco – ha detto – ha saputo vivere l’amore come dono gratuito, come scelta di libertà». La presidente Proietti ha ringraziato il Meeting per aver scelto la terra umbra per lanciare questa iniziativa e ha richiamato le parole del Cantico di Francesco – “per quelli che perdonano per lo tuo amore” – come messaggio attualissimo di pace, anche per le terre ferite come Gaza e Israele: «Otto miliardi di azioni di bene possono cambiare il mondo», ha affermato con forza, invitando a non lasciarsi scoraggiare.
Pizzaballa: i miti erediteranno la terra
Tra le voci più forti della giornata quella del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, che ha consegnato un’intensa meditazione sulla figura di Francesco a partire da una beatitudine spesso trascurata: «Beati i miti, perché erediteranno la terra». Mitezza non come passività, ma come potenza discreta e generativa: «San Francesco è ancora oggi punto di riferimento universale perché ha incarnato quella mitezza che cambia la storia senza usare la forza. Non ha risolto i problemi della povertà, non ha cambiato i sistemi politici. Ma ha vissuto come Cristo. E questo resta».
Il Cardinale ha parlato anche della drammatica situazione di Gaza e della Terra Santa, portando testimonianze vive e concrete di sofferenza, ma anche di umanità resistente. «I miti sono ovunque, anche a Gaza, anche in Israele. Sono le persone che, pur non avendo nulla, condividono quel poco che hanno. Sono le madri che rinunciano alle medicine per i figli. Sono i bambini che, feriti, dicono: “Gesù mi ha salvato, ora sto bene”». E ha concluso: «Il futuro non sarà deciso da chi ha il potere delle bombe, ma da chi sa guardare negli occhi l’altro e riconoscerlo come fratello. È questo il messaggio più forte che Francesco ci lascia».
Scholz: costruire con mattoni nuovi
Il Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, ha evidenziato il profondo legame tra il tema 2025 del Meeting – “Nei luoghi deserti, costruiremo con mattoni nuovi” – e la mostra dedicata a San Francesco: «Francesco è uno di quei mattoni. Ma non è un simbolo astratto. È una pietra viva, come lo sono stati e lo sono oggi migliaia di uomini e donne che vivono nella libertà, nella responsabilità, nella carità. Le beatitudini sono mattoni nuovi. Francesco ha cominciato letteralmente prendendo mattoni veri. Poi ha capito che lui stesso era il primo mattone».
Scholz ha poi sottolineato la radicale attualità del messaggio francescano: «San Francesco non ci pone solo domande religiose. Ci interroga sul perché del nostro agire, del nostro lavorare, dell’educare, del generare cultura e impresa. In un mondo che ci abitua a pensare solo al come e al cosa, lui rimette al centro il perché. Ma non lo fa in modo moralistico: lo fa con una letizia contagiosa».
Un dialogo tra passato e presente
La mostra si avvale di un comitato scientifico composto da frati minori e da figure del mondo culturale e artistico. Al centro del percorso espositivo, oltre ai testi, ci sarà un dialogo tra due opere d’arte di epoche diverse: l’originale “San Francesco” di Cimabue (eccezionalmente in mostra a Rimini grazie al Museo della Porziuncola) e le installazioni contemporanee di fra Sidival Fila, artista e frate minore. Un confronto potente tra la forza dell’icona e la creatività attuale, per mostrare come la bellezza continui a parlare oggi.
Come ha ricordato fra Francesco Piloni, la mostra si chiude con un tocco femminile: Santa Chiara. Anche lei “figlia della stessa avventura” e custode silenziosa di un carisma che non si spegne. Il suo sguardo accompagnerà il visitatore alla fine del percorso, a ricordare che l’esperienza francescana è sin dall’inizio un’esperienza condivisa.
Un invito ad Assisi, un invito a Rimini
«La mostra – ha detto fra Francesco – è nata proprio da una collaborazione, da un desiderio di unire le forze nella Chiesa. Come le polle del Monviso diventano il fiume Po solo unendosi, così oggi è tempo di fare unità, tra frati, laici, movimenti, esperienze diverse. L’unità non è strategia: è vocazione».
L’invito finale è semplice e accorato: lasciarsi provocare da Francesco, incontrarlo non come figura distante ma come fratello. E farlo a Rimini, nel cuore del Meeting, in un luogo in cui si intrecciano ricerca, bellezza, dialogo e umanità.
Scarica la trascrizione della presentazione di Assisi
Partecipa alla mostra “Io, frate Francesco. 800 anni di una grande avventura”
Fiera di Rimini, Padiglione A1
22-27 agosto 2025
Info e orari: Vai alla pagina dell’evento