Rimini. Ponte di Tiberio, lavori per 900mila euro: restauro e illuminazione.
Lavori affidati a due imprese di eccellenza nel settore dei beni monumentali. Inizio previsto per gennaio 2026, conclusione entro la fine dell’anno
Il bimillenario Ponte di Tiberio si prepara a tornare a splendere grazie a un importante intervento di pulitura, restauro e riqualificazione dell’illuminazione che ne valorizzerà i pregi architettonici e la bellezza. Sono stati infatti aggiudicati i lavori previsti dal progetto esecutivo approvato lo scorso giugno, suddiviso in due lotti funzionali per un investimento complessivo di circa 900mila euro finanziato con risorse comunali.
Alla gara d’appalto hanno partecipato importanti imprese operanti nel campo dei beni storici e monumentali, confermando l’interesse e il prestigio di un intervento che riguarda uno dei simboli più rappresentativi della città, riconosciuto a livello nazionale e internazionale come uno dei gioielli romani più importanti d’Italia.
I lavori di pulitura e restauro sono stati aggiudicati all’impresa LARES – Lavori di Restauro S.r.l., con sede legale a Venezia. L’impresa vanta oltre cinquant’anni di esperienza nel settore della conservazione e del restauro di opere d’arte, con un curriculum che comprende oltre 700 interventi di restauro e consolidamento strutturale. Tra i progetti più prestigiosi realizzati figurano il Ponte di Rialto, Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco a Venezia, l’Arena di Verona, Palazzo Doria Pamphilj e la Crypta Balbi a Roma. Particolarmente significativa è l’esperienza nel restauro di ponti storici, tra cui numerosi ponti veneziani e quelli di Chioggia e Padova.
L’intervento sulla riqualificazione dell’illuminazione è stato invece aggiudicato al Consorzio CEIR Soc. Cons. Coop., realtà ravennate fondata nel 1971, che opererà attraverso l’impresa consorziata DZ Engineering S.r.l., con sede principale a Forlì. La società vanta una specializzazione e una leadership di mercato nell’illuminazione pubblica, monumentale e sportiva, con una presenza consolidata sia a livello nazionale che internazionale. Dal 2011 ha operato in contesti di particolare pregio, tra cui siti UNESCO come l’Arena di Verona, la Basilica di San Vitale e Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, Castel del Monte ad Andria e il Mausoleo di Galla Placidia.
Il progetto, sviluppato sulla base di rilievi tridimensionali e fotogrammetrici eseguiti con drone e condiviso dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, si fonda sul principio del minimo intervento, nel rispetto della patina originaria e in considerazione del buono stato di salute generale della struttura.
L’intervento di riqualificazione illuminotecnica prevede l’installazione di un nuovo impianto a tecnologia LED che richiamerà durante la notte l’effetto della luce solare, utilizzando gli stessi toni del bianco emessi dal sole e la medesima inclinazione delle ombre. Il gradiente di bianco e l’intensità luminosa varieranno seguendo un ciclo che renderà il ponte sempre diverso a seconda del momento della notte in cui lo si osserva. Il progetto coinvolge anche il contesto circostante, con interventi sulla passerella pedonale parallela a via Bastioni Settentrionali e sulla modulazione dell’intensità luminosa della Piazza sull’Acqua.
I lavori avranno inizio nel mese di gennaio 2026, partendo dall’intervento sull’illuminazione e cercando di minimizzare le possibili interferenze. Seguirà, nei mesi primaverili quando le temperature saranno più miti, l’intervento di pulitura e restauro, che richiederà la chiusura del ponte per tre settimane per consentire il montaggio dei ponteggi. La conclusione dei lavori è prevista entro la fine del 2026.
Storia
Costruito in sette anni (14-21 d.C.), non è solo un gioiello architettonico, capace di resistere al tempo mantenendo intatta la sua funzionalità e la sua bellezza. E’ stato anche un esempio della capacità di ingegneria idraulica dei Romani, avveniristica tanto da essere attuale nella concezione anche duemila anni dopo la realizzazione. Nella configurazione originale il ponte era stato costruito con apposite soluzioni progettuali in grado di assecondare la corrente del fiume, agevolare il deflusso delle acque e ridurre la pressione. In pratica cercando di rispondere a quelle esigenze che oggi, con le conseguenze che il cambiamento climatico ha sui territori e su come l’uomo riesce ad adattarsi ad essi, sono un’urgenza.
Il Ponte di Tiberio, che valica il Marecchia, l’antico fiume Ariminus che ha dato il nome alla nostra città, è il primo collegamento tra la città e il suburbio e, soprattutto, è il punto di partenza delle vie consolari che portano al cuore dell’Italia settentrionale, in particolare la via Emilia, l’arteria pulsante dell’Emilia-Romagna.
IL PONTE RESISTE.
I riminesi hanno soprannominato il loro ponte “e pont de dievul” perché ha resistito ai terremoti, alle piene del fiume, all’attacco dei bizantini e alle mine dei tedeschi e si è saputo riproporre con creatività anche nei momenti di difficoltà.














