SPIEGA L’ESPERTO: rubrica a cura di Daniela Sammarini
La breve storia che si va a raccontare non ha una fonte biblica, è un’antica
leggenda folkloristica legata alla festa dell’Epifania in Italia, che mescola fede
e folklore, regalando ai bambini un momento magico durante il periodo
natalizio.
Si ricorda il viaggio dei tre Re Magi, Melchiorre , Gaspare e Baldassarre, che
seguendo la stella cometa, andavano verso Betlemme, il luogo dove era nato
Gesù, per adorarlo e portargli in dono oro (simbolo di regalità), incenso
(simbolo di divinità) e mirra (simbolo che anticipa la Passione).
Si narra che i tre re Magi, si fossero fermati a chiedere indicazioni alla casa
di una vecchia donna chiamata Befana.
La signora si dimostrò molto cortese ed ospitale e i tre Re Magi la vollero
invitare ad unirsi a loro per andare a Betlemme a rendere omaggio al
Bambino Gesù.
La Befana, rifiutò l’invito di unirsi a loro: non poteva lasciare la casa in
disordine.
Quando i Magi ripartirono, la donna iniziò a rimuginare.
Si rese conto che avrebbe dovuto accompagnarli in quel viaggio straordinario.
Più tardi, pentita, preparò un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli.
Purtroppo, la Befana non riuscì a trovare né i Magi né la stalla di Betlemme.
Tuttavia, non si arrese.
Continuò a vagare per il mondo, fermandosi a ogni casa e lasciando dolci per
i bambini, nella speranza che uno di loro fosse il Bambino Gesù.
Da allora, la notte del 6 gennaio, la Befana vola su una scopa, facendo visita
ai bambini e riempiendo le loro calze con dolci se sono stati buoni, o con
carbone se sono stati birichini.
La leggenda della Befana legata ai Re Magi porta con sé una profonda morale
di generosità, pentimento e apertura al cambiamento.
E’ un invito a non lasciarsi sfuggire le occasioni, perché il tempo è prezioso e
non sempre ci saranno nuove possibilità.
Inoltre, sottolinea l’importanza del pentimento e della generosità: anche se si
commettono errori, c’è sempre la possibilità di rimediare attraverso gesti di
amore e condivisione.
La Befana diventa così un simbolo di redenzione: il potere trasformativo del
pentimento e della bontà.
Una storia che, con la sua dolcezza, invita a riflettere sui valori che rendono
migliore ogni essere umano.