Il presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli (foto), nel 2009 ha “scudato” una cifra intorno ai 2 milioni di euro tramite una finanziaria bolognese. La notizia è trapelata mercoledì scorso intorno all’ora di pranzo. Tutta la vicenda non è nuova e rientra nella più ampia inchiesta sul Credito di Romagna di Forlì, banca commissariata nel 2009 per “gravi irregolarità nella gestione” di cui Maggioli era presidente (il cda dell’istituto fu sciolto il 29 luglio del 2010 dopo un’ispezione di Bankitalia). I fascicoli sono nelle mani dei pm della procura di Forlì, Di Vizio e Forte, che stanno indagando anche su altre 17 persone. Quanto ai commenti per i Segretari CGIL CISL UIL Rimini Graziano Urbinati – Massimo Fossati – Giuseppina Morolli , il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà e Fare Comune e dal segretario provinciale del Pd, Emma Petitti, nella sostanza, il messaggio è identico. L’invito è quello di dimettersi. I Sindacati ribadiscono la necessità “che quanti sono chiamati a operare ed a rappresentare una istituzione quale la Camera di Commercio, lo debbano fare nel rispetto non solo delle leggi ma anche della coerenza etica con il ruolo ricoperto” mentre per Fabio Pazzaglia “al di là del fatto che si tratti di una pratica legalizzata rimane il giudizio politico estremamente negativo sull’inopportunità di un tale comportamento. Per di più solo pochi giorni fa il Sig. Maggioli ha deciso nello stupore generale di mettere in cassa integrazione a zero ore nove dipendenti della Sua azienda. E a distanza di pochi anni tutti ancora ricordano le Sue dichiarazioni tese a giustificare l’evasione fiscale: le piccole imprese sono costrette a evadere per sopravvivere”. Rispetto ai commenti “a caldo” una cosa è certa. Maggioli dovrà chiarire la situazione e non sarà facile rimanere ai vertici di via Sigismondo. Martedì è prevista la Giunta dell’ente camerale. Sarà sicuramente il tema dell’ ordine del giorno. (Do.Ch.)