di DOMENICO CHIERICOZZI
Come funziona il Quinto Conto Energia lo sappiamo, ufficialmente, solo da pochi giorni, per l’esattezza da venerdì scorso. Ma alcuni dati, che erano già trapelati, Enrico Caldari li ha potuti condividere e commentare con i presenti già giovedì scorso durante una presentazione pubblica dedicata al fotovoltaico (vai alla notizia). Il giorno dopo le comunicazioni ministeriali, sabato 14, è stata la Provincia a dichiarare che a Rimini lo sviluppo del fotovoltaico è sostanzialmente “quasi fermo” tanto che, da gennaio a marzo, i kilowatt installati segnano un +5,9%; solo un po’ meglio è andato il dato relativo al numero degli impianti aumentati del 6,5%.
Il punto però è un altro. Sulla questione del fotovoltaico ci sono diverse cose che non tornano. In Italia gli incentivi ci sono e sono tra i più alti in Europa. Il costo dell’energia elettrica non fa altro che salire (e quando mai scenderà?). L’offerta di prodotti per realizzare impianti di qualità è sostanzialmente vastissima (tra prodotti europei ed orientali) e i prezzi sono sempre più abbordabili (per un buon impianto per una civile abitazione servono intono ai 10/12 mila euro). Inoltre pare ci siano anche banche disposte a finanziare il 100% del costo dell’impianto. Dunque, si dovrebbero vedere pannelli fotovoltaici (per la produzione di energia elettrica) o del solare termico (per l’acqua calda) un po’ dappertutto. Ma così non è. Per (anche) questi motivi, Enrico Caldari lo abbiamo voluto intervistare. Laureato in statistica, di mestiere fa il ricercatore indipendente, e da tempo si occupa anche di sostenibilità ambientale. Tratta con gioia e familiarità i numeri. Forse, la cosa più dura che ha dovuto fare, è stata quella di convincere i genitori a realizzare gli impianti che gli consigliava. Ma alla fine, ha detto in pubblico, ce l’ha fatta. Risponde sempre con cortesia e professionalità. Ha un sito internet, una pagina Facebook e il suo indirizzo di posta è: enrico@ec-cs.it
Caldari, iniziamo con il quinto conto energia. Quali sono le principali differenze con il quarto?
Questo nuovo aggiornamento agli incentivi sul fotovoltaico risponde all’esigenza di limitarne la spesa annua. Il “quarto conto energia” non aveva ben considerato la veloce evoluzione del mercato e il calo dei prezzi, e aveva lasciato incentivi troppo alti e troppo esposti alla speculazione dei “grandi investitori”. Il Ministro Passera ha dovuto attuare una riduzione e limitare gli incentivi sicuri ai “piccoli impianti”, oltre a calarli per allinearli alla media europea. Ma anche a seguito di questa riduzione gli incentivi italiani rimangono i più alti d’Europa e rimangono vantaggiosi per impianti da 3 a 12Kwp. La Germania ha sempre avuto incentivi inferiori che in Italia (meno della metà), ma ha quasi il triplo di impianti istallati. Il fotovoltaico non deve essere considerato un investimento speculativo, ma un’alternativa sostenibile per chi vuole risparmiare, rendersi più “indipendente” e ridurre l’impatto ambientale, sfruttando l’energia gratuita e pulita del sole.
Come reagiranno le imprese del settore?
Le aziende che hanno focalizzato la loro offerta solo sul fotovoltaico e sui medio-grandi impianti subiranno un forte ridimensionamento. Le imprese che hanno scelto di differenziare la loro attività sulle energia rinnovabili e offrono anche servizi più “tradizionali” torneranno maggiormente a orientarsi sul loro business o a innovare, senza il “doping” rappresentato dagli incentivi troppo alti. Il rischio che vedo è unicamente nell’affollamento dell’offerta rivolta ai piccoli clienti (famiglie e piccole imprese) sulla quale si accalcheranno parte di quelli che offrivano medio/grandi impianti. Il rischio quindi è un po’ di “confusione commerciale”, che può essere evitato con la giusta informazione.
Tra incentivi e risparmi sulle bollette i tetti dovrebbero essere tutti dotati di pannelli. Come mai questo non accade? Qual’ è la situazione che riscontra nel Riminese e nel corso delle serate di divulgazione? Colpa del quadro normativo oppure c’è un po’ di pigrizia-sfiducia nel futuro?
Continui e veloci assestamenti sono sempre più naturali nel mondo in cui viviamo. Pensate ad internet e alla sua veloce evoluzione. Il fotovoltaico ha avuto dinamiche simili. Chi non è pronto a confrontarsi con questi veloci cambiamenti rischia di perdere delle opportunità, e intendo sia chi da un lato ha definito gli incentivi che chi dall’altro può approfittarne. Alle mie conferenze vedo partecipare un pubblico sempre più variegato: giovani che magari vorrebbero “sensibilizzare” i loro genitori, e pensionati che vorrebbero fare qualcosa di buono per i loro nipoti. Quello che li accomuna è la voglia di migliorare le cose, per se’ e per gli altri. E’ di questo che c’è bisogno ed è questo che spinge le persone a informarsi e ad agire (anzichè “lamentarsi” solamente di quello che non va…). La nostra sicurezza e “indipendenza energetica” è un tema che interessa sempre di più tutti noi, non è solo una questione di incentivi.
Il massimo della sostenibilità sarebbe costruire un’unità abitativa indipendente, cioè staccata dalla rete di energia elettrica e gas. E possibile realizzarla anche qui da noi oppure è pura fantasia? Quanto verrebbe a costare in più rispetto a un una casa “normale”?
Sicuramente è possibile per chi ha a disposizione un’abitazione con un tetto orientato bene e po’ di giardino o spazio intorno che garantisca la luce giusta. Gli accorgimenti che servono a creare una casa “a impatto zero” vanno seguiti fin dalla sua costruzione e per questo non è semplice applicarli tutti su edifici esistenti. Essere completamente indipendenti richiede qualche investimento in più, ma ridurre drasticamente i consumi è molto più semplice e realistico, anche in città. Il problema più grosso è trovare dei professionisti sensibili al tema (progettisti, costruttori e installatori), dato che il settore edile vive questa esigenza di cambiamento e di riduzione dell’impatto ambientale con una certa “resistenza”. Veniamo da anni in cui si istallavano un’antenna e una caldaia per ogni appartamento in un condominio, anzichè organizzare un impianto centralizzato più efficiente, solo perchè spendere di più e consumare di più “contribuiva a far crescere il PIL”. Ora il mondo sta cambiando e la “sostenibilità” è diventata più importante della “crescita”. Non a caso fotovoltaico, solare termico e impianti centralizzati per il risparmio energetico sono già diventati obbligatori per le nuove costruzioni e presto lo saranno per tutti.
Passiamo ai consigli. Tra le tante offerte, come districarsi? Tre consigli ai nostri lettori, spassionati.
Un impianto fotovoltaico ha una certa variabilità di costi e di qualità in base a chi e cosa s’installa, come qualsiasi altro prodotto o servizio sul mercato. Immaginate di dover comprare un’auto o un telefonino nuovo. Come vi muovereste? Prima di tutto vi informate, possibilmente attraverso fonti autorevoli e indipendenti. Stare a casa a guardare “Porta a Porta” o farsi influenzare solo dalle “chiacchiere da bar” non è certamente la scelta giusta. Internet invece è sicuramente utile, ma può essere un’arma a doppio taglio: occorre saper cercare altrimenti “ci si perde”. Seguire una delle mie conferenze è un buon compromesso, ma serve “smuoversi dalla poltrona”! Dopo che vi siete informati vi rivolgerete a operatori preferibilmente locali, con una “credibilità” e delle referenze, e poi prima di scegliere chiederete consiglio a qualcuno “che se ne intenda” o che abbia già esperienza sul tema. Sul fotovoltaico e sulle energia rinnovabili non è facile trovare consulenza indipendente. Per questo io la offro gratuitamente a privati e famiglie che me la chiedano e offro questo servizio anche a imprenditori ed aziende. L’obiettivo è permettere a tutti di fare la scelta giusta, alle migliori condizioni e al miglior prezzo.
Come giudica il livello di professionalità dei rivenditori/installatori locali?
Esistono ottime aziende nel riminese che si sono distinte per qualità e competenza, anche se non è facile individuarle essendo il mercato affollato di piccolissimi installatori locali e di aziende nazionali che si spingono a livello commerciale su tutto il territorio. Quello che a mio parere può fare la differenza è la scelta di un’azienda con una storia e una credibilità, che sia davvero l’esecutrice materiale dell’istallazione e non solo un “venditore”, e magari un’azienda che sia in grado di consigliare e offrire anche interventi legati al risparmio energetico e ad altre tecnologie come il solare termico (che richiedono però competenze anche in ambito edile e idraulico). Istallare pannelli fotovoltaici grazie agli incentivi è una scelta giusta, ma non dimentichiamo che prima ancora dovremmo tutti valutare di ridurre gli sprechi dovuti ad uno scarso isolamento termico degli edifici e al consumo di gas per scaldare l’acqua e riscaldarci. Su questo i tedeschi sono maestri: utilizzano pannelli solari termici per l’acqua calda e l’integrazione del riscaldamento di casa già da oltre 20 anni. E la Germania non è certo nota per il suo “sole” come invece lo è Rimini… Oltre a produrci la nostra energia elettrica col fotovoltaico, potremmo anche noi smettere di scaldare l’acqua con gas che viene dalla Russia e il cui costo è aumentato del 12% solo nel 2011!
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