[img align=left]http://www.lapiazza.rn.it/aprile04/Pelliccioni.jpg[/img]
“Soddisfatti. Sembra che mi ripeti. Le cose vanno bene per la banca. Il territorio è abbastanza dinamico”. Così Fernando Maria Pelliccioni, presidente della Cassa di Risparmio di Rimini, la quale raccoglie un terzo del risparmio provinciale, ha sintetizzato l’anno economico 2003 presentato lo scorso 25 marzo e che sarà sottoposto all’assemblea dei soci il 29 aprile, teatro Novelli, ore 17.30. Quest’anno l’assemblea, è chiamata a rinnovare il consiglio d’amministrazione ed il collegio dei revisori dei conti in scadenza.
I numeri dell’istituto di credito che raccoglie un terzo del risparmio provinciale. La raccolta è cresciuta dell’11,81 per cento (totalizzato 3.960 milioni di euro); quella diretta vale 1.900 milioni (balzo del 21,23%). Positiva anche la voce impieghi, i soldi prestati. A fronte di un aumento nazionale del 7,34%, quello della Carim è stato più 15,67. Prestati 2.000 milioni di euro; 1.296,5 a medio e lungo termine. L’utile netto ha toccato i 13,1 milioni (più 5,1% sull’anno precedente). Ai soci verrà dato un dividendo di 0,50 centesimi per azione (la Fondazione Cassa di Risparmio controlla il 70 per cento del capitale). Questo valore, sommato all’innalzamento del valore delle azioni, dà un rendimento lordo del 7,23 per cento.
Una voce ha subìto un andamento negativo rispetto al 2002: sono le sofferenze nette. Si sono attestate sullo 0,33 per cento (erano lo 0,28). La media nazionale: 2,07.
C’è una relazione tra le prestazioni della banca e quelle del territorio? “Le notizie sull’economia riminese – ha detto il direttore generale Alberto Martini – non sono positive, anche se c’è qualche azienda che va bene. Soprattutto, parlando con gli imprenditori c’è preoccupazione e non hanno fiducia per uscire dal tunnel della crisi. Anche se storicamente la città ha sempre avuto la forza per riconvertirsi”.
Il presidente Pelliccioni ha ricordato che uno dei suoi professori all’università, il prestigioso Federico Caffè, negli anni ottanta misteriosamente scomparso, affermava che lo spunto positivo per capire una comunità è la raccolta bancaria. Ma la raccolta alta significa anche una certa sonnolenza economica. Nel 2003 le due voci della Carim sono cresciute di 400 milioni (la raccolta) e 300 milioni (gli impieghi).
di Francesco Toti