– Cosa succede in questi giorni in Francia riguardo al velo?
In Francia, patria della democrazia, la laicità e la neutralità della scuola è garantita dalla costituzione repubblicana, inoltre, una legge specifica approvata nel 1905, riafferma, la separazione assoluta tra lo stato e la religione.
Gli insegnanti ed altro personale dello stato, sono obbligati a non indossare abiti o ornamenti che siano riconducibili alla loro fede religiosa, quindi, le maestre musulmane, non possono presentarsi in classe con il Chador o Foulard in testa.
La filosofia della scuola neutrale, è l’avvicinamento libero ed aperto dell’alunno con le materie d’insegnamento, senza alcuna preclusione pregiudiziale.
Il progetto di legge del presidente Chirac, approvato il 28 di gennaio 2004 dal consiglio dei Ministri, vieta alla scuola di ogni grado, dalle Elementari alle Superiori, l’uso dei simboli religiosi come: il kippah (il capellino degli Ebrei), le croci Cristiani visibili ed il velo delle donne Musulmane. Questa iniziativa, ha suscitato molto scalpore in tutto il mondo, in particolare nei paesi Europei ed Afro Asiatici di fede musulmana. I circa cinque – sette milioni di musulmani francesi o residenti in Francia, che formano più del 10 per cento della popolazione di questo paese, ed i circa trenta milioni di cittadini e residenti Europei di fede islamica, guardano con molto interesse all’andamento di questo disegno di legge del parlamento francese. Naturalmente, anche il mondo intero, segue con interesse l’evolversi di questa legge suscitando ovunque dibattiti e discussioni.
Cosa dicono i sostenitori della legge?
I sostenitori della legge del divieto d’indossare, il Chador o qualunque copricapo conducibile all’Hijab islamico, nelle scuole pubbliche francesi sostengono che, il velo è il segno della sottomissione della donna all’uomo e spesso crea una divisione religiosa tra gli studenti di una scuola e talvolta favorisce l’emarginazione. Diffondono una tesi per fortuna, difficilmente dimostrabile, secondo la quale: “La diffusione dell’Hijab nelle scuole francesi, minaccia i fondamenti della democrazia in Francia”. Per questo, chiedono con urgenza l’approvazione di una legge, che vieti, d’indossare l’Hijab islamico nella scuola da parte delle studentesse e di conseguenza, l’espulsione di quelle che non sono disposti a togliersi il Foulard dalla testa.
Cosa pensano, quelli che sono contrari al divieto dell’Hijab nelle scuole?
I contrari, a questa proposta di legge si pongono queste domande.
Che fine faranno le ragazze che saranno espulse dalle scuole?
Avranno l’opportunità d’istruirsi ed emanciparsi?
Si può privare una persona del naturale diritto allo studio, perché è colpevole d’indossare un Foulard in testa?
Come è conciliabile, la libertà fondamentale del pensiero e della religione, con la espulsione delle ragazze dalle scuole, solo perché hanno osservato l’abbigliamento prescritto dalla loro religione?
Il divieto o l’obbligo alla popolazione, ricorda Kabul ai tempi dei Taleban, e non può risolvere alcun problema.
Le ragazze velate dell’Iran
Le ragazze iraniane, anche se portano un foulard in testa, mantengono un primato strategico nel futuro del paese. Il sessanta per cento dei posti alle Università, tutte a numero chiuso, sono occupate dalle donne. La Repubblica Islamica dell’Iran, come ogni altro Stato moderno, senza la partecipazione attiva delle sue donne, non può andare avanti.
Le musulmane in Francia
Nelle scuole francesi, le ragazze musulmane, appartenenti alle famiglie praticanti, dovranno portare con molta discrezione il loro Foulard in testa, rispettose degli usi e costumi dei francesi di altre fedi. Lo studio, è anche un mezzo efficiente di approfondimento ed interpretazione della religione. L’emancipazione della donna emigrata o figlia di immigrati, nel nuovo paese, avviene anche grazie ad una formazione culturale e professionale, acquisibili solo attraverso la scuola e l’Università. E’ necessario aprire un dialogo costruttivo, con il governo e le forze politiche del paese, bisogna trovare delle soluzioni al problema. La Francia democratica ed emancipata, non potrà negare il diritto allo studio, alle sue figlie musulmane.
di Hossein Fayaz