A chi di mestiere si occupa di “carta stampata” un brivido dietro la schiena gli deve essere passato leggendo gli utlimi dati pubblicati da Franco Abruzzo. Le azioni del Sole 24 Ore valgono mezzo euro, hanno perso oltre il 22% in un mese e quasi il 58% in un anno. Numeri pressoche’ identici per Rcs Mediagroup: l’azione della societa’ editrice del Corriere della Sera ha accusato una flessione del 22,5% in un mese e di quasi il 58% su anno. L’Espresso, da parte sua, prezza 0,626 euro. In un mese l’azione ha ceduto oltre 36 punti percentuali, nell’ultimo anno piu’ del 69%. Cifre simili anche per la casa editrice del magazine Panorama, Mondadori, che ha lasciato sul campo quasi il 22% nell’ultimo mese e oltre il 65% nell’ultimo anno. Sono performance da far venire i brividi a soci azionari e investitori. I quotidiani sono zombie che camminano, tenuti in vita dai contributi pubblici. Senza i grandi giornali dei “poteri forti” sarebbero tutti morti.
Per la “carta” i problemi li conosciamo benissimo: crollo delle entrate pubblicitarie, ma anche del numero di lettori. Così, è evidente, che le cose possono durare poco. La carta stampata non riesce a reggere la concorrenza dell’online: nel 2011 registrato un boom di lettori sul Web, accompagnato da un aumento della pubblicita’ su Internet. Non e’ un segreto che ormai gli inserzionisti preferiscono puntare sulla stampa digitale e l’informazione online. Da uno studio, pubblicato il mese scorso dagli editori della Fieg e intitolato “La Stampa in Italia 2009-2011”, e’ emerso che la recessione che ha investito il nostro Paese a meta’ 2011, per poi acuirsi nel corso del 2012, non ha affatto risparmiato il settore dell’editoria giornalistica.
Dal punto di vista dei lettori – scrive Franco Abruzzo – il numero e’ in crescita per i siti web di quotidiani e altri mezzi di informazione. La media giornaliera e’ infatti passata da 4 a 6 milioni per una crescita del +50% in due anni (dal 2009 al 2011). Le rilevazioni sono confortate anche da quelle dell’Istat che, nel Report su ‘Cittadini e nuove tecnologie’ dello scorso dicembre, ha rilevato che tra le persone di sei anni e piu’ che hanno utilizzato internet nel 2011, il 51% lo ha fatto per leggere o scaricare giornali e riviste. Nel 2010 erano il 44%.
Sono performance da far venire i brividi a soci azionari e investitori. I quotidiani sono zombie che camminano, tenuti in vita dai contributi pubblici. Senza i grandi giornali dei “poteri forti” sarebbero tutti morti.