Taci. Sulle soglie
del borgo non odo
parole che dici
umane. Ma odo parole
rumori più nuovi
che parlano ruspe e cemento
vicini.
Ascolta. Piove
Dalle gru sul suol sparse
Piove sui camion
avidi e alacri
piove sui pini
scagliosi ed irti
piove sui plinti
arroganti,
sulle armature gaudenti
di cementi opprimenti
sui lotti assai folti
di impresari gaudenti
piove sui nostri volti
sgomenti
piove sulle nostre mani
inermi
sui nostri urli
leggeri
sui nostri tristi pensieri
che l’anima schiude
affranta
s’illuse, e oggi m’illude
o Ermione.
Odi? La pioggia cade,
sui solitari
picchetti
con crepitio che dura
e varia nell’aria
secondo i terrazzi
più larghi..men larghi
Ascolta. Risponde
allo spianto il grugnito
del popolo
che nella piana
si allarma
inerme e sorpreso.
E il pino
Ha un suono, e l’amor
altro suono e il ginepro
altro suono ancora. Arbusti
diversi
distrutti da innumerevoli pale.
E immersi
noi siam nel cemento
grigio
da silicea morte colpiti
e il tuo volto ebro
e sporco di calce
come un cappello di carta
e le tue chiome
avvizziscono
come in aride terre
o creatura terrestre
che hai nome Ermione.
Ascolta, ascolta. L’accordo
delle ferrigne ruspe
e poco a poco
più cupo
si è fatto il pianto
che cresce;
ma il chiasso vi si mesce
stridulo
che dai cantieri sale
dell’umida terra straziata.
Più tenace e vuoto
s’innalza e non si spegne
e non si vede più il mare.
Or sale su tutti gli scheletri
crosciare
l’argentea pioggia
che monda;
il croscio che varia
secondo l’urbano
più stretto, men largo.
Ascolta
il fischio dell’aria
è secco, ma la figlia
del limo lontana
la rana
canta nell’ombra più fonda
chissà dove andrà
chissà dove andrà!
E piove sulle tue ciglia
Ermione
Piove sulle tue ciglia nere
si che par tu pianga
di dispiacere; sporca
e furente
di senno par tu esca.
E l’aria al borgo non è più fresca
e chiara
e il cuor nel petto si gonfia
d’ira
Tra le palpebre e gli occhi
si bagnano e non vedon più erbe
i denti digrignano
di fronte a tutto quel che si perde
E andiam di cantiere in cantiere
or sollevati or sgomenti
(e i monti di calcinacci
scorticano malleoli
e sbucciano i ginocchi)
che succede, che succede!
E piove sui nostri volti perplessi
piove sulle nostre mani ignude
sui nostri vestimenti
leggeri
sui cattivi pensieri
che l’animo genera
pesante
sulla favola più bella
che ieri c’illuse e oggi ci sveglia
o Ermione
Fausto Nottiberti