– Nel Consiglio comunale dello scorso 23 settembre si è votato per i due consiglieri che andavano a rappresentare Morciano nell’Unione dei comuni, uno per la maggioranza (David Oddone) ed uno per la minoranza (Mario Garattoni, Lega nord). Voto che ha fatto infuriare il centrosinistra, uscito con un volantino al vetriolo. Titolo: “Voto bulgaro in Consiglio comunale”.
– Unione della Valconca addio e questa volta forse il sindaco di Morciano Giorgio Ciotti ha ragione e torto. E’ sua intenzione riprendersi anche il servizio dei vigili urbani; l’unico che ha dato senso all’Unione e che ha funzionato tra i 9 comuni della Valconca. Oltre a Morciano, nel gruppo ci sono Saludecio, Mondaino, Montegridolfo, Montefiore, Gemmano, Montecolombo e Montescudo.
Sulla carta doveva essere un toccasana per le sempre più magre casse dei piccoli comuni. Mentre ai cittadini sarebbero andati servizi migliori. Invece, dalla sua costituzione non è avvenuto tutto questo. Si è parlato molto ed anche progettato. Si sono avvicendati molti consigli e molti esecutivi, ma tutti paralizzati dall’interesse particolare, dai cosiddetti campanili.
Morciano quale capitale naturale della Valconca aveva molti interessi a concretizzare l’idea. Come sede dei servizi, sarebbe uscita rafforzata dalla sua centricità attorno alla quale avrebbero ruotato sempre di più i circa 20.000 abitanti dei nove comuni. I vantaggi commerciali, e non solo, sono facili da immaginare.
Invece, sia gli amministratori di sinistra, dal ’95 al ’99 (il duo Dradi-Tagliaferri), ancora di più Giorgio Ciotti dal ’99, non hanno mai spinto: i primi per paura e il secondo perché non ci ha mai creduto.
C’è anche un risvolto politico-amministrativo forte. Ciotti, Margherita ma aperto ad ogni discussione, nelle decisioni dell’Unione, a maggioranza diessina, e con gli altri amici della Margherita non proprio in buono rapporti, si sarebbe trovato in minoranza al momento delle decisioni.
Dalla Regione Emilia Romagna promotrice di questo progetto, che da una parte doveva risparmiare risorse che sarebbero state trasformate in servizi, sono giunti una caterva di finanziamenti che se ne sono andati in gran parte per mantenere la macchina burocratica.
Ora Ciotti si trova ad un bivio: crederci e metetre il motore davvero nell’automobile, o smontare la carrozzeria ed ogni comune si porta via il proprio pezzo.