Detenzione illegale di armi da fuoco, associazione a delinquere, estorsioni e riciclaggio finalizzato ad attività “regolarmente” intestate a dei prestanome. Lo schema è quello classico. A sgominarlo, con una imponente operazione condotta dopo molti mesi di indagini tra Rimini e Riccione e 20 provvedimenti di custodia cautelare, sono stati i Carabinieri di Rimini. Eclatanti i sequestri: due night, La Perla di Riccione e il Lady Godiva di Rimini, “vecchia” conoscenza degli inquirenti, macchine e moto di grossa cilindrata, società, conti correnti e depositi di sicurezza. Il tutto per diverse centinaia di migliaia di euro. Ai vertici dell’organizzazione mafiosa nomi di spicco: Mario Cavaliere, detto Lo Zio, originario di Nettuno, Massimiliano Romaniello, Giuseppe Ripoli (già sotto indagine nell’operazione Vulcano2) e Stefano Zavaniu.
Un’operazione che, oltre ai militari dell’Arma, soddisfa pienamente anche il Sindaco Gnassi. “E’ un ringraziamento sentito quello che porgo da parte dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità riminese ai militari dell’Arma dei Carabinieri di Rimini per l’ennesimo colpo inferto questa mattina alla criminalità organizzata. L’operazione “Mirror” dimostra per l’ennesima volta che non siamo più al cospetto di semplici “infiltrazioni”, ma di fronte ad un vero tentativo di radicamento nel territorio della malavita, attraverso figure che operano stabilmente nel riminese. Se da un lato cresce la preoccupazione per la gravità con cui questo fenomeno si sta rivelando, allo stesso tempo la brillante operazione portata a termine dai Carabinieri di Rimini rappresenta un segnale importante, forte e chiaro, che l’intera comunità manda all’esterno: abbiamo alzato il livello di guardia a difesa del tessuto sano della nostra economia, fatta di piccoli imprenditori resi fragili da una crisi economica che non dà tregua. Per questo ribadisco l’importanza di fare quadrato – enti locali, forze dell’ordine, Stato – per aggredire con forza e con tutti gli strumenti possibili questo gravissimo fenomeno”.
“Le mafie si bloccano colpendo duramente i loro affari, le risorse, i legami e patrimoni” ha detto l’On.Tiziano Arlotti tra i firmatari di una recente legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate alla criminalità organizzata.
Sono 11.950 gli immobili e 1.515 le imprese sotto sequestro in Italia, di cui 25 imprese e 85 immobili in Emilia-Romagna, dove le mafie investono e riciclano ingenti risorse sia in affari illegali sia nell’economia legale. Delle 25 aziende, tre si trovano in provincia di Rimini. In base ai dati dell’Agenzia Nazionale sui Beni Sequestrati e Confiscati – ANBSC, i settori di attività sono “tipici” delle imprese infiltrabili: costruzioni, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio, attività finanziarie, ingrosso commerciale, per lo più sotto forma di Srl o Spa.
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