Si chiama Internet – scrivono con ironia sul loro sito i 5 Stelle che aggiungono. Oggi è largamente diffuso e le amministrazioni hanno speciali agevolazioni sia nel suo uso che nel raggiungere altri organi amministrativi con questo mezzo. E’ comodo perché non ti devi alzare dalla poltrona della Provincia per prendere informazioni e dunque non rischi che qualcuno te la possa fregare (di questi tempi). Puoi, ad esempio, chiedere informazioni alla Camera di Commercio su una determinata azienda, magari una che si è proposta di collaborare con un ente pubblico dietro lauto compenso. Il Presidente della Provincia non sa che siamo arrivati a questo punto con la tecnologia? Noi internet – scrivono ancora i grillini locali – lo usiamo e mezz’ora dopo aver letto il nome di Eurafrika sui quotidiani, con una semplice ricerca su Google, i nostri attivisti avevano già ravvisato parecchie stranezze nella composizione di questa società. Allora non abbiamo infierito, ci siamo solo limitati a sottolineare l’inadeguatezza di taluni amministratori e a consigliare di lasciar perdere. Oggi però, dopo l’ennesimo bancarottiereche sbuca dalle inchieste de La Voce di Romagna, zitti non si può più stare.
Concediamo ancora una volta il dubbio della buona fede – scrivono i 5 stelle – ma facendolo siamo costretti a chiedere di nuovo le dimissioni del Presidente Vitali. Il motivo è semplice: nel suo ruolo prende decisioni per il pubblico e che sul pubblico pesano, dunque se non è capace di fare semplice controllo per faccende che spostano milioni di euro di soldi pubblici sarebbe più dignitoso dimettersi. Non vogliamo nemmeno ipotizzare che sapesse a chi si stava rivolgendo e dunque che ci sia una responsabilità penale, ma, dato che società per cui prende decisioni non è l’azienda di famiglia, non gli è concesso di comportarsi come un dilettante allo sbaraglio.
C’è anche un post scriptum. Leggiamo sui giornali che la Provincia accede ad un finanziamento europeo, progetto Dafne III, per spiegare ai ragazzi come funziona la rete e i suoi pericoli…. Ma non sarebbe meglio dare la parte dei 700mila che spettano alla provincia ai nativi digitali in modo che spieghino loro agli amministratori come si usa internet?