di MILENA ZICCHETTI
Qual’è il vero corso d’acqua che Giulio Cesare attraversò quel famoso 12 gennaio del 49 a.C. ? “Il tredicesimo processo si fa al Rubicone e si fonda sul fatto che un piccolo fiume della Romagna, è un pezzo importante dell’immaginario collettivo internazionale” afferma Gianfranco Miro Gori (nella foto di copertina in primo piano), sindaco di San Mauro Pascoli, presidente di Sammauroindustria e ideatore dei Processi. “Significa sfida, coraggio e voglia di rischiare: per questo tre piccoli fiumi come il Fiumicino, l’Uso e il Pisciatelo-Urgòn, discutono da secoli per fregiarsi del nome Rubicone”. Il verdetto è stato emesso e il voto del pubblico non ha lasciato dubbi. Il processo al Rubicone (vai alla nostra notizia QUI) si è concluso con una sorprendente e clamorosa vittoria del fiume Pisciatello-Urgon con 262 voti, seguito dall’Uso con 215 e il Fiumicino (l’attuale Rubicone come decretato da Mussolini nel 1933) con soli 173 voti. Diversi gli astenuti.
Tre le arringhe a difesa e sostegno degli altrettanti fiumi: il giornalista forlivese Giancarlo Mazzuca schierato a favore del Fiumicino, l’archeologa riminese Cristina Ravara Montebelli pro Uso e lo studioso cesenate Paolo Turroni, che a quanto pare è stato il più convincente, con le sue tesi a favore del Pisciatello-Urgon e la sua chiusura di arringa, con tanto di applausi da parte del pubblico presente, in cui ha dichiarato che “i savignanesi stanno sul Rubicone per volontà del duce, noi per volontà della storia”.
Ecco che quindi ne esce vittorioso un fiume che passa dal Cesenate, segnando la “sconfitta” di entrambi i sindaci locali. Il sindaco sammaurese Miro Gori era schierato pro Uso, il fiume di “confine” fra le Province di Forlì-Cesena e Rimini e che per un lungo tratto scorre proprio nel territorio di San Mauro Pascoli. Tra il pubblico anche il sindaco di Savignano Elena Battistini, naturalmente sostenitrice dell’attuale Rubicone (l’originale Fiumicino). La seconda sconfitta per il sindaco Battistini, che dopo il no del referendum per l’unione dei due comuni, ora si vede sfuggire anche l’appellativo di “vero” Rubicone da questo processo. A chiusura del processo e decretato il “vero” Rubicone, Miro Gori non poteva trovare una dichiarazione migliore: “Comunque vada, una cosa è certa: il Rubicone e la Romagna questa sera hanno trionfato”.
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