A Rimini succede il finimondo. Molti politici, in testa i diessini, si sentono diffamati, colpiti nelll’onorabilità, nell’intimo. Veltroni, passo politico indietro, chiede scusa.
A Veltroni bisognava rispondere con un effervescente senso dell’humor: riminese. In effetti il cemento c’è ma che degli spazi liberi sono rimasti e che si potrebbe fare ancora in tempo ad intervenire con un pò di ferro e cemento armato. Dopo tutto al peggio non c’è mai fine e gli alberi non fanno economia, ma non è vero. L’anno scorso una giornalista di Repubblica telefona ad un amico riminese. Voleva scrivere un articolo di costume sulla lodate virtù estive del maschio romagnolo: sulla sua capacità di conquistare le turiste. Risponde l’amico: “Tale maschio non esiste. Hai conosciuto me, non ti basta?”. Non lo scrisse.
I riminesi sono contenti della propria città? I politici sono contenti della propria città? Vogliono continuare a costruirla così?