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Da sinistra: Gianfranco Tonti (direttore generali), Umberto Cardinali(il titolare), Maurizio Testaguzzi (direttore amministrativo) e Nello Canale (direttore commerciale)
Gianfranco Tonti, cattolichino, il direttore generale, regala agli amici un saggio di un prestigioso esperto di cose economiche, Marco Vitale, dove in 16 pagine si racconta che un’impresa, uno stato, una società, riescono a “stare sui mercati” se si muove secondo etica. Altrimenti, qualunque organizzazione, ed è solo questione di tempo, è destinata alla decadenza economica e sociale.
E l’Ifi ha fatto della morale, della progettazione, dell’estetica come valore, la sua strada maestra. Fondata nel ’62 a Montecchio (Pesaro), dal ’71 è uno dei gioielli dell’area industriale di Tavullia. Leader in Europa per la costruzione di banchi bar, di Ifi Industries fanno parte altri marchi che producono sedie, tavoli e tecnologia per i banchi bar.
Lo scorso 17 gennaio, all’hotel “Des Bains” di Riccione ha tenuto la sua convention, invitando 250 persone tra concessionari, funzionari di vendita, impiegati ed addetti alla progettazione. Maurizio Testaguzzi, il direttore amministrativo, ha preso la parola in vero stile Ifi. Tema del suo intervento: “Investire nel futuro o rassegnarsi al declino”.
Tonti ai suoi collaboratori ha tracciato gli orizzonti del futuro. Secco, preciso: investimenti sui prodotti, investimenti sugli uomini (corsi di aggiornamento) ed investimenti sulla struttura (un nuovo stabilimento): “ma anche un modus operandi dell’azienda basato su criteri gestionali e comportamentali trasparenti”. Nell’occasione sono state consegnate 15 targhe ai concessionari che rappresentano l’Ifi da più di 25 anni.
E questo stile Ifi inizia nel ’65, quando Umberto Cardinali, cinquantasettenne produttore di successo di biciclette, la rileva in acque economiche agitate. La rimette in mare puntando sull’innovazione continua, all’insegna della qualità al prezzo migliore. L’Ifi, mutuando l’idea dal mondo delle cucine, è stata la prima a costruire in serie. Si è alla fine degli anni sessanta. Agli inizi dei novanta è la prima grande impresa a produrre in modo industriale ma capace anche di personalizzare l’arredo. E la sua “misura industriale” la firma un architetto di prestigio, il giapponese Makio Hasuike e l’ufficio ricerca e sviluppo interno.
Negli anni acquisisce una serie di marchi ad essa complementari: Metalmobil Arredo (sedie e tavoli in metallo per il contract), Steelmobil (sedie e tavoli in alluminio per pubblici esercizi). E ne crea: Dsl (componenti per chi produce banchi bar), L&R (sedie e tavoli in legno per il contract), Arcon (contract per l’hospitality).
I numeri del 2002 di Ifi Industries dicono: fatturato di 39 milioni di Euro, 265 addetti e 35.000 metri quadrati di superficie coperta.