[b]di Arianna De Nicolò[/b]
La Caritas Internationalis, associazione cattolica fondata nel 1951 su ispirazione della Santa Sede per assistere le popolazioni colpite da calamità naturali o sociali, si pone al fianco degli organi istituzionali preposti, indirizzando le persone ad usufruire dei servizi sociali messi a disposizione e fungendo, al tempo stesso, da antenna rilevatrice di bisogni sui vari territori.
La Caritas di Cattolica, sorta nel 1991 con il centro d’ascolto, da un anno, grazie anche al contributo del Comune, fornisce il servizio mensa. Ogni giorno, infatti, dal lunedì al venerdì, vengono distribuiti a mezzogiorno 25 pasti caldi.
Il centro d’ascolto costituisce il primo passo verso la conoscenza dei bisogni e delle esigenze delle persone in difficoltà. Se un tempo carta e penna erano sufficienti per raccogliere i dati, da qualche anno si è reso necessario informatizzare il sistema di archivio. L’aumento delle persone che si rivolgono quotidianamente ai volontari della Caritas di Cattolica, ha indotto gli operatori alla scelta di un archivio più agile e completo, anche per “monitorare” il numero di presenze e la loro provenienza, valutare inoltre la frequenza con cui queste persone si rivolgono al centro.
I volontari che operano nella Caritas di Cattolica sono circa 20 e sono coordinati dalla signora Giovanna Pazzaglini. I dati raccolti evidenziano una notevole presenza di immigrati provenienti dall’Est europeo, con una prevalenza di ucraini e moldavi. Durante il periodo estivo a questi si aggiunge un numero rilevante di arabi che frequentano la Caritas soprattutto per potersi lavare e magari prendere dei vestiti puliti.
“Non è facile entrare in contatto con tutte queste persone, soprattutto per la difficoltà di comunicare afferma Giovanna Pazzaglini , il primo ostacolo, infatti, è proprio la lingua. I problemi aumentano, poi, alla richiesta di documenti. Molti infatti ne sono sprovvisti o ne hanno di scaduti”. La Caritas diocesana, in questo senso, ha dato delle direttive di comportamento comuni a tutte le sedi dislocate sul territorio. In linea di massima, ad esempio, non è permesso accogliere una seconda volta chi si presenta sprovvisto di documento.
La nuova legge BossiFini porterà di certo dei cambiamenti. “Stiamo vivendo un momento di transizione. La regolarizzazione è appena finita e molti immigrati sono ancora in attesa di documento. Abbiamo, tuttavia, rilevato un calo di presenze alla mensa, soprattutto di ‘irregolari’. Dopo l’emanazione della legge, la Caritas diocesana ha organizzato una serie di incontri per decidere con i volontari una strategia di lavoro comune e con gli extracomunitari stessi, per informarli e fornire loro le conoscenze necessarie per svolgere le pratiche di permesso. Alla base della Caritas resta comunque la motivazione cristiana e, quindi, al primo posto la volontà di fare del bene al prossimo, per cui a nessuno viene rifiutato quel ‘minimo’ aiuto che consiste in un pasto caldo, nella possibilità di fare una doccia e di indossare vestiti puliti”.
La Caritas, inoltre, pone un’attenzione particolare alle famiglie di Cattolica che si trovano in situazioni di grave difficoltà, attraverso visite a domicilio, aiuti alimentari ed economici. “Anche in questo caso non è facile l’approccio. Innanzitutto per la dignità e il riserbo delle persone nel mettere a nudo le proprie situazioni di disagio”. Alle problematiche sociali, che spesso riguardano situazioni famigliari precarie, si sommano quelle abitative. In questi casi, una volta stabilito un legame di fiducia, il volontario diventa una specie di ‘famiglia adottiva’ a cui fare riferimento.
Indagini recenti hanno inoltre messo in risalto l’aumento di uomini senza fissa dimora, spesso dediti all’alcool, che vivono soli in strada. “Esistono alcuni progetti in Provincia relativi a questo problema”. Cattolica è priva di un dormitorio, una struttura di cui invece si sente l’esigenza, ma che necessita di personale preparato all’accoglienza e disponibile in maniera continuativa nella gestione.
Oggi, l’età media dei volontari è compresa tra i 40 e gli 80 anni. “Si sente molto la mancanza dei giovani racconta la signora Pazzaglini soprattutto da quando non abbiamo più a disposizione gli obiettori di coscienza”. Dal 1994 al 2000, infatti, gli obiettori hanno svolto un compito importante per l’associazione. Per la giovane età e per il fatto di essere del luogo, le famiglie li accoglievano volentieri nelle loro case, soprattutto là dove vi erano bambini bisognosi di assistenza.
Anche se, fondamentalmente, la motivazione cristiana è alla base dell’associazione e i momenti di preghiera comune costituiscono un mezzo importante per confrontarsi, la Caritas è aperta a tutti, a qualunque religione si appartenga. “Mi auguro sempre che arrivino nuovi volontari conclude Giovanna Pazzaglini perché questo significa nuove idee e nuova linfa. Siamo aperti a suggerimenti e critiche perché l’obiettivo è sempre e comunque quello di portare aiuto e fare del bene, senza distinzioni, a tutte le persone in difficoltà”.