E’ un gruppo non organizzato, non facente parte di alcun ordinamento, che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l’efficacia dell’attività di tutti gli altri membri”. Insomma, si divertono a far arrabbiare il prossimo.
Ed è inspiegabile in una nazione composta da quasi il cento per cento di cristiani, che hanno le 10 leggi di Mosè come pietra miliare del proprio comportamento ed un galantuomo di nome Gesù.
Oppure, per buttarla in politica: un italiano su due si professa di sinistra che come cardine ha: lottare contro le ingiustizie.
Dunque: qualcuno bara. Parla bene e razzola male. Scherzi da prete, raccontava nella civiltà contadina. Succede che ad Oslo le periferie urbane abitate dalle classi operaie siano simili a quelle italiane ma delle classi agiate. Si va a verificare il reddito medio pro-capite e si scopre che lira più lira meno è lo stesso.
Tra la Norvegia e l’Italia si va a confrontare quanti quotidiani si vendono al giorno e si arrossisce per la vergogna: lassù su ogni 100 persone si piazzano più di 40 copie, in mezzo al Mediterraneo solo 10.
Che cosa fare? La risposta è molto semplice: ritornare alla morale. Quella dell’eccellenza della cultura occidentale, fatta di cristianesimo, pensiero liberale e socialista. Scrisse nel 1458 Benedetto Cotrugli a proposito dei commercianti italiani di quel tempo, che erano i padroni dell’Europa: “E’ proibito al mercante di commettere falsità nella mercantia, in lo peso né in misura, né in dare o vendere cosa per cosa, che sono acti di ladri”.
La buona educazione dei figli, così come uno stato efficiente, equo, in grado di far crescere spirito e economia, richiedono l’etica. Senza si va, allegramente, verso il baratro. E’ solo questione di tempo. Ha scritto Marco Vitale, uno studioso di cose economiche a proposito di una florida azienda americana degli anni ’50 oggi finita nella polvere: “Era un monumento di saggezza manageriale, di efficienza ed efficacia, di capacità di coniugare un alto rigore morale con buoni risultati economici per sé e per i propri associati”.
Invece, con molto sarcasmo ha scritto Guido Ceronetti, un intellettuale controcorrente con la forza di raccontare la sua opinione a proposito della nostra società: “Se questo è un uomo”. Richiamando alla memoria il titolo del libro di Primo Levi che narra la vita nel campo di concentramento di Auschwitz.