Cosa contempla il provvedimento e come richiedere l’agevolazione fiscale. Alzi la mano chi, da buon riminese doc, non ha mai ricevuto la richiesta di consigliare un albergo ad amici o parenti che venivano a trascorrere la classica vacanza in riviera. Beh, quasi a ciascuno di noi è successo, e, diciamo la verità, ogni volta che la canonica domanda ci viene rivolta ci sentiamo come invasi da un sano orgoglio campanilistico, consci del fatto che abbiamo il privilegio di vivere in una delle mete vacanziere più invidiate d’Italia che, nell’immaginario collettivo, sanno di divertimento, relax e dolce vita. “Beato te che sei di Rimini!”, la classica ed immancabile frase che ci sentiamo rivolgere immancabilmente. Ma ci siamo mai chiesti se il nostro amico vacanziero fosse stato del tutto soddisfatto dal suo soggiorno nell’hotel suggerito? A voler essere sinceri infatti non tutte le strutture alberghiere della nostra costa possono vantarsi di essere veramente al passo coi tempi. Non mettiamo ovviamente in discussione la proverbiale e tanto decantata ospitalità romagnola. Quella per fortuna non manca mai e ci viene unanimemente riconosciuta. Non tutte però sono riuscite negli anni a raggiungere quegli standard assoluti in termini di qualità e ammodernamento che potrebbero rappresentare la classica ciliegina sulla torta, quel quid che rende l’offerta turistica perfetta. Eppure qualcosa potrebbe cambiare anche da questo punto di vista.
E’ di questi giorni infatti un’importante comunicazione resa nota dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi che potrebbe realmente rappresentare un segnale di svolta per quelle strutture alberghiere più vetuste e che necessitano di una ristrutturazione, non solo edilizia ma anche digitale. “La Conferenza unificata – ha spiegato il sindaco Gnassi – ha dato il via libera al provvedimento che rende operativo il credito d’imposta per la ristrutturazione degli alberghi. Una notizia da segnare in rosso, visto che si tratta del formale ‘via libera’ all’applicazione del decreto ‘Art Bonus’, firmato quasi un anno fa dal Ministro Dario Franceschini. Da oggi e fino al 2019, in buona sostanza, si potrà attingere a un credito d’imposta sino al 30% e per un massimo di 200mila euro su uno stanziamento statale complessivo di 220 milioni di euro (20 milioni per il 2015 e 50 milioni per ogni annualità dal 2016 al 2019) per interventi di riqualificazione delle strutture alberghiere con oltre 7 camere, sostenuti dall’1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2016”. Questa misura – sostiene Gnassi – è anche una vittoria della Riviera di Rimini e di ANCI che avevano spinto e contribuito nei mesi passati per questo esito positivo, si aggiunge l’altro credito d’imposta (sempre al 30% con un budget complessivo di 75 milioni di euro in 5 anni) rivolto sempre alle imprese del settore per la digitalizzazione della loro offerta commerciale”.
Ma quali sono nel dettaglio le voci di costo oggetto di questo importante provvedimento? Le spese per cui è ammesso il credito di imposta sono quelle sostenute dagli alberghi per ristrutturazioni edilizie che non alterino la volumetria complessiva o la destinazione d’uso, per restauri e risanamenti conservativi, per interventi di riqualificazione energetica, per opere di eliminazione delle barriere architettoniche e per l’acquisto di arredi, mobili, cucine e attrezzature sportive e per centri benessere. Svariate anche le spese legate alla digitalizzazione alberghiera. Si va dall’installazione di impianti Wi-Fi (ammessi i costi per l’acquisto e l’installazione di router/access point che servono per la ricezione del servizio mobile, comprese antenne terrestri, parabole, ripetitori di segnale) alla creazione di siti web ottimizzati per il mobile. Rientrano nella misura governativa anche programmi, software e “sistemi informatici” per la vendita diretta di servizi e pernottamenti, purché in grado di garantire gli standard di interoperabilità necessari all’integrazione con siti e portali di promozione pubblici e privati e di favorire l’integrazione fra servizi ricettivi ed extra-ricettivi. Sono ammessi i costi sostenuti per software e hardware (server, hard disk). E, tra gli altri, anche tutti gli strumenti per la promozione digitale di proposte e offerte innovative in tema di inclusione e di ospitalità per persone con disabilità. Tra le spese contemplate dal provvedimento ci sono anche quelle specifiche per la formazione del personale delle strutture.
Gnassi riconosce nella sua nota inviata alla stampa come non si sia di fronte alla “panacea di tutti i problemi del turismo italiano, ma certamente si deve giudicare questo pacchetto di agevolazioni, destinato a chi investe nell’ammodernamento e nell’innovazione strutturale, un primo e decisivo passo per l’approdo a una politica industriale vera di un settore come il turismo sino a qui considerato più o meno alla stregua di un’attività artigianale, che si esplicava in depliant e promozione minima. Con il credito d’imposta concesso, e seppur con cifre che non possono esaurire le problematiche e i ritardi infrastrutturali del sistema turistico nazionale, si entra davvero in una fase nuova, considerando l’accoglienza un vero e proprio settore industriale che per centralità e impatto, merita un sostegno statale così come avviene, per esempio, per la chimica, l’agricoltura o il tessile”. Per richiedere il credito d’imposta occorrerà presentare domanda in via telematica al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo dal 1° gennaio al 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui si sono sostenute le spese. Le risorse economiche a disposizione saranno assegnate secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Il Comune di Rimini, nel riconoscere questo provvedimento come una occasione imperdibile per rendere più moderna ed efficiente l’intera offerta turistica della nostra riviera, si rende comunque disponibile nei confronti delle associazioni di categoria per sostenere, anche nella parte tecnica, la presentazione delle domande.