La Fiera di Rimini in borsa per far denari. Sul piatto il 20 per cento delle azioni. Così il 40 finirà in mani private; il 60 per cento resterà saldamente nelle mani del pubblico. Che cosa farà la società pubblica con questi denari? Il presidente Lorenzo Cagnoni lo scorso 29 giugno ha illustrato motivazioni, strategie e dettagli dell’operazione che guarda ai mercati esteri. “Ottimi conti i nostri nel 2014 – ha detto Cagnoni con la sua solita calma – del tutto in linea con il business plan, con un utile netto di 3,1 milioni di euro contro i 2,4 previsti, e con un bilancio che non ha beneficiato di partite straordinarie. A questi brillanti risultati 2014 si aggiungono i dati del primo semestre 2015 con le belle prestazioni di Sigep e RiminiWellness, l’ingresso di Beer Attraction, e la definizione degli accordi con l’associazione di riferimento che ha scelto, dal 2016, di fare di Rimini il nuovo e unico polo del dentale in Italia, spostandolo da Milano. Anche sul secondo semestre 2015 le grandi manifestazioni come TTG ed Ecomondo stanno rispettando i budget e si registrano inoltre l’ingresso della nuova Flora Trade e la presenza per la prima volta a Rimini Fiera del Macfrut, annunciato in forte crescita”.
Congressuale. Una spina viva nella carne quella del congressuale. Rimini Fiera è il proprietario del Palacongressi costato circa 120
milioni di euro e mai decollato da un punto di vista industriale. Cagnoni si è soffermato sugli ultimi numeri: “Si avvera quanto annunciai in merito alle ottime prospettive dei nostri congressi. A fine maggio 2014 gli eventi programmati erano 83 e a fine dello scorso anno sono arrivati a 116. Oggi siamo a 102 eventi già confermati, con una crescita tendenziale del 23% e un aumento della domanda dell’11%. A fine 2015 avremo portato a Rimini 1.110.000 convegnisti, con un +10%, e raggiunto l’obiettivo di budget della BU congressuale: 9.100.000 euro. Cresce anche l’internazionalizzazione del congressuale, + 4% rispetto al 2014. E proprio alla fine di giugno abbiamo ospitato il mondiale dell’illusionismo: 5mila maghi di tutto il mondo e una ricaduta economica per il territorio di almeno 5 milioni di euro”. “A fronte dei dati fieristici e di quelli congressuali – ha detto Lorenzo Cagnoni – sono dunque in grado di espormi con una previsione sull’utile netto 2015 pari a oltre i 3 milioni di euro, l’annuncio della distribuzione dei dividendi ordinari e l’allineamento al business plan”.
Fatturato. Nel 2014 il Gruppo Rimini Fiera ha fatturato 67,5 milioni di euro (+6,9%), con un Mol (margine operativo lordo) di 11 milioni (+38,5%) e un utile netto di 3,094 milioni. Il valore della produzione della capogruppo Rimini Fiera SpA si è attestato a 56 milioni di euro (+9,4% ), con un mol di 10,6 milioni (+ 40,4%) e un utile di 2,99 milioni. Il debito assunto per la costruzione del nuovo quartiere fieristico – che costò 300 milioni di euro – è stato completamente azzerato, esclusivamente attraverso i rendimenti di Rimini Fiera. “Ecco che – ha continuato il presidente Cagnoni – il nostro percorso di privatizzazione è sostenuto dalla piena salute dei nostri conti e dalla credibilità sui mercati delle nostre visioni e si è formalmente avviato dopo le recenti decisioni del nostro consiglio di amministrazione e gli orientamenti del socio di maggioranza. Abbiamo un duplice obiettivo: il finanziamento della nuova fase di crescita di Rimini Fiera sull’estero attraverso una politica di alleanze con partner internazionali di rango, senza però trascurare il mercato domestico; il reperimento di risorse finanziarie che permettano al socio di maggioranza di assorbire la parte di debito assunta per la costruzione di un’opera strategica per l’economia qual è il nuovo Palacongressi di Rimini”.
Il percorso prevede una doppia operazione, un’offerta pubblica di vendita e un’offerta pubblica di sottoscrizione: dunque una ricapitalizzazione seguita dal collocamento sul libero mercato. “Abbiamo individuato – ha aggiunto Cagnoni – il segmento AIM che è quello dedicato alle piccole medie imprese che mostrano un alto potenziale di crescita”. “Oggi il Gruppo Rimini Fiera – ha concluso il presidente – è una realtà solida, senza un euro di debito, in piena salute e giudicata in modo lusinghiero in Italia e all’estero per accreditamento e serietà. Pronta per quotarsi al libero mercato.