Il Pd candiderà il suo sindaco uscente, Andrea Gnassi, oppure si costruiranno altri candidati? La lotta per il potere appassiona poco, la domanda è: ha governato bene o male? Verso di lui c’è un’incofessata invidia.
“Ho appena chiamato a Palermo il “magistrato legato a doppio filo con Rimini”, il mio amico Daniele Paci, e ci siamo fatti quattro risate. “Ma di nuovo?”, è stato il suo primo commento. Infatti Melucci deve ancora dirgli che non sarà lui il candito sindaco… del 1999, come gli aveva promesso se fosse riuscito a far fuori Chicchi. Mentre nel 2011 ha già risposto picche a Gambini, che gli chiedeva di candidarsi contro Gnassi alle primarie PD. Infine, siete fuori strada per quanto riguarda la candidata donna dello “sfortunato” Melucci: non è la Petitti, ma una docente di università americana, tanto innamorata del suo lavoro da aver giù rifiutato la candidatura a sindaco di Bologna e al Parlamento”. A vergare questa riflessione elegante non meno che pungente è Nando Piccari, una delle penne più belle penne del Riminese, se non la più bella. Piccari è adattisismo a raccontare di politica perché non è mai stato in Parlamento, non è mai diventato sindaco di Rimini. Nonostante il talento ed il potere (per anni è stato segretaio del Pci, Partito comunista italiano della provincia di Rimini), si è dovuto accontentare della vice-presidenza della Provincia (Ermanno Vichi sullo scranno più alto) e vice-sindaco di Rimini. Da par suo è intervenuto su quest’affascinamte corsa alle primarie del Pd; il vincitore correrà alla guida della città l’anno prossimo. Su Gnassi ci sono una caterva di ipotesi; alcune plausibili, altre che gridano al complotto. Chi scrive non crede alla seconda ipotesi: un avvisone di garanzia legato alla triste gestione di Aeradria, la società pubblica che menava le danze sugli arrivi e partenze del Fellini. Magari alla fine ci sarà anche questa mannaia, ma slegata dalla corsa per rappresentare il centro-sinistra alla guida della città.
L’ipotesi plausibile è che magari in città ci sia qualcuno che abbia la voglia, il coraggio e la forza per affrontare un primo cittadino, Gnassi, che haa molto appeal sui riminesi e non solo. Chi scrive ha sempre avuto un pessimo rapporto. Lo credeva moccioso, superficiale e belloccio. E’ sempre belloccio (beato lui che piace alle signore attraenti), ma è maturato. E’ accorto ed ha un’idea di città. Vorrebbe premiare il lavoro e non la rendita (assorbe un terzo del Prodotto interno lordo italico contro il 15 del ersto dell’Occidente), la serietà e non gli intrighi, l’intelligenza e non il banditismo. Ecco, sarebbe bello se qualcuno lo affrontasse sulla Rimini che vorrebbe. Sulla visione del futuro, progettata su basi solide e non sugli slogan e la nuvoletta di Fantozzi. (G.C.)