L’assessore Antonio Gabellini: “Scenderemo così da 8 a 6 dirigenti”. Prima erano 10. “La prospettiva – rincara il Gabellini – è quella di alleggerire sempre più la macchina comunale”. Il giornalista, forse contagiato da euforia assessorial-manageriale, conclude: “Anche per quanto riguarda i dipendenti si è già scesi da 220 a 200 e sicuramente si scenderà ancora”. Evviva!
Persone che hanno lavorato per decenni se ne vanno con la percezione di sentirsi togliere frettolosamente la sedia da sotto il sedere. Dipendenti comunali (LAVORATORI !) triturati da un’opinione diffusa che li considera come zavorra e come tale da disfarsi il prima possibile. Domanda: come fanno poi i cittadini a percepire il dipendente pubblico come risorsa? Quando lo stesso datore di lavoro ne trasmette l’idea che è un peso da “alleggerire”?
La cosa tragicomica è il Gabellini nella sua duplice veste. A Cattolica come assessore al Personale e Organizzazione (o Disorganizzazione, ovviamente per i più critici) colpito da esuberanza manageriale, è diventato un feroce tagliatore di dipendenti. Un certo comportamento sbrigativo nelle relazioni sindacali ha determinato una condanna per “comportamento antisindacale” (art. 28) dell’Amministrazione comunale.
Ma la professione di Antonio Gabellini, è bene ricordarlo, è quella di dipendente comunale (a Riccione, oggi in Provincia). Dunque, ben attento alla difesa del posto di lavoro e onorabilità professionale.
Si può capire la diversità dei ruoli, ma pubblicamente non abbiamo mai letto e ascoltato sue critiche su presunti sprechi per organici (esuberanti?) del Comune di Riccione o della “grassa” Provincia. Quest’ultima poi, è risaputo, madre accogliente di tanti uomini di partito. Risparmiare soldi pubblici si può e si deve, ma attenzione ad offendere.
Queste cose dovrebbero indignare il sindacato, ma ogni tanto si distrae… Però la storia insegna che gli assessori passano e i dipendenti restano. Dice il proverbio: “La vita è una ruota”… E chissà che tra qualche anno un Gabellini qualsiasi, diventato assessore e preso da “squilibri” tecnocratici, non tratti il nostro Gabellini catulghin come un peso da “alleggerire” e affrettarne la sua dipartita lavorativa. Magari col rischio di vedersi considerate a poco più di pataccate qualche decennio di serio lavoro. Os-cia!