Salvatore Settis con Gustavo Cecchini, direttore della biblioteca
Con i prestigiosi intellettuali Vito Mancuso, Quirino Principe e Salvatore Settis la cultura fa il pieno. La tre serate sulla bellezza si sono chiuse con un potente j’accuse di Salvatore Settis il 4 luglio. Appuntamenti che hanno lascito il segno e che hanno visto la presenza di centinaia di persone arrivate addirittura con sedie e tele da mare al seguito per prendere posto. E’ stata, quella di Settis, una lezione di grande spessore culturale e di alta tensione etica. Mai la Terra che ci nutre è stata messa in pericolo come lo è oggi. La riflessione corre dal bene del singolo al bene comune. Settis parla di una vera e propria “cannibalizzazione dell’ambiente e dei paesaggi” da parte dell’uomo, e da lì scaturisce la nota domanda derivata da Fedor Dostoevsky: la bellezza, salverà il mondo? Ma Salvatore Settis la ribalta. La bellezza non salverà il mondo se noi non salviamo prima la bellezza. E anche il precetto evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso” viene tradotto da Settis in un necessario “Amerai la Terra come te stesso”. È il pubblico interesse che ci autorizza ad agire contro le devastazioni ambientali. “Stiamo vivendo come se avessimo a disposizione una Terra e mezza; ma ne abbiamo una sola”, dice ancora Settis, riguardo al selvaggio scempio che l’uomo sta perpetrando sul Pianeta in cui vive. Facendo poi leva sul fatto che ogni generazione dovrebbe rendersi responsabile nei confronti di quelle che verranno, per non macchiarsi di “fratricidio”: non rimane che farsi custodi delle sorti della Terra, con lo sguardo rivolto al futuro e ai diritti delle future generazioni. Il suo invito ad una tutela consapevole del nostro pianeta ha aperto riflessioni a cui dobbiamo dare continuità.