di Francesco Toti
Gli italiani non dovrebbero tradire le nostre spiagge; mentre sugli stranieri c’è molta incertezza. Poi c’è una variabile che sfugge alla ragione e che fa economia e storia: il successo che si spiega con arguzia ma soltanto col senno del poi. Si spera che tale destino possa arridere come durante i decenni boom del dopoguerra. Gli albergatori, forte, chiedono più attenzioni: sia per il rinnovo delle strutture, sia per le infrastrutture, sia per la promozione.
Ma dato che lo scenario economico mondiale non è sostanzialmente cambiato, la stagione 2003 da ogni punto di osservazione dice questo: bisogna stringere i denti. E’ cambiato, però, lo scenario politico: incertezza sulle coste meridionali del Mediterraneo e molte turbolenze in Estremo Oriente. Fattori che potrebbero dare una mano agli operatori turistici della provincia di Rimini.
Intanto si va ad iniziare con un sondaggio scintillante effettuato da Trademark Italia sulle graduatorie preferite dagli italiani per le feste di primavera. Al primo posto si colloca la Riviera Romagnola. Seguono: Coste e Isole Campane, Riviera Ligure, Montagne Alpine, Colline Toscane ed Umbre.
Afferma Maurizio Cecchini, il giovane ed arguto presidente degli albergatori di Cattolica: “Il settore alberghiero nella provincia di Rimini è in regresso. Negli ultimi anni circa 500 alberghi hanno chiuso per altre destinazioni d’uso. Questa è una realtà su cui riflettere. Lo stesso presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, in aprile, ha detto che rispetto ai rischi dell’investimento la contropartita non è interessante. Credo che gli albergatori della provincia di Rimini hanno ancora voglia di fare turismo, solo che devono essere messi nelle condizioni, soprattutto rispetto agli investimenti. Il grosso problema è che Italia, paese turistico per antonomasia, manca la cultura di fare turismo. Ad esempio si fanno le leggi per la riqualificazione, ma la Regione stanzia 12 miliardi per i 2.500 alberghi della provincia di Rimini. La politica italiana è che il turismo vada avanti da solo. Noi ci aspettiamo dei segnali importanti. Gli incentivi alle imprese esistono in ogni settore, ma non nel nostro”.
Stagione 2003? Cecchini: “Per come siamo organizzati noi, il mercato italiano dà segni di ripresa; il problema è rappresentato dagli stranieri”.
Marco Giovannini, giovane presidente degli albergatori di Riccione: “Il dato provvisorio delle prenotazioni afferma che gli italiani arriveranno come gli altri anni. Difficoltà con la clientela tedesca; mentre si intravedono segnali positivi dalla Francia, Olanda, Belgio, Svizzera. Ed a differenza di quanto sostengono in tanti, sono del parere che chi fa albergo ha ancora voglia; è sufficiente vedere le gru sulla nostra costa. Chiediamo al pubblico interventi sulle infrastrutture e che i vari enti che fanno promozione di non sovrapporsi perché creano difficoltà a noi e si Luciano Scola, presidente degli albergatori di Gabicce Mare: “Si esce da una Settimana ciclistica buona e si entra in un’estate piena di incognite. Per la Pentecoste ci sono poche prenotazioni di tedeschi, però c’è movimento tra gli italiani. Noi abbiamo organizzato, per la Pentecoste, un raduno di auto MG della durata di 7 giorni; abbiamo già 160 equipaggi”.
Pierluigi Gasperini, albergatori di Bellaria: “Credo che la stagione possa attestarsi sulle cifre dello scorso anno. Ci sono meno prenotazioni perché non si usa più farle. Dalla nostra abbiamo la fidelizzazione del cliente che tocca il 75%; non credo che si possa perdere un lavoro ben fatto per 50 anni in poco tempo”.
Maurizio Ermeti, presidente degli albergatori di Rimini: “La previsione 2003 è particolarmente difficile. Le prenotazioni sono buone per agosto; mentre negli altri periodi la risposta è lenta. Va detto che non si usa più prenotare con largo anticipo; cosa che non fanno più neppure i tour operator stranieri, che si tengono però una porta aperta per l’ultimo momento. Come albergatori abbiamo fiducia e credo che bisogna continuare a lavorare sulla qualità del prodotto e sulla promozione. Siamo in un periodo di preoccupazione, tuttavia non penso che sia venuta meno la voglia di fare vacanza”.
Turismo la prima industria
– Il turismo in Italia rappresenta la prima industria. Incide per l’8% sul Pil. Fattura 70 miliardi di euro annui. Dà occupazione a circa 2 milioni di lavoratori.
Fonte: “Il Sole 24Ore”
Stranieri, guidano i tedeschi
– l’Apt rende noto che nel 2002 la regione Emilia Romagna ha complessivamente registrato 7,7 milioni di arrivi, di cui 2 milioni di stranieri e 37,5 milioni di presense, di cui 9,3 milioni di stranieri.
Al primo posto la Germania (35% delle presenze), seguita dalla Svizzera (9%), Francia (8%) e Olanda (5%).
LA POLEMICA
“Governo assente e penalizza il turismo in crisi”
– “Il governo è assente sul turismo. I tagli ai trasferimenti penalizzano il settore proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di aiuto per un suo rilancio. Basti pensare che la regione Emilia Romagna ha stanziato per il turismo 60 milioni di euro e lo Stato (Enit esclusa) solo 76 per l’intero territorio”.
(Guido Pasi, assessore regionale al Turismo)
LA CURIOSITA’
Quei fenomeni dei francesi
– L’Enit, l’Ente nazionale italiano per il turismo, ha un bilancio di 20 milioni di euro; pagati gli stipendi non resta molto per fare promozione. Il corrispettivo spagnolo invece ha a disposizione 60 milioni di euro. Mentre quei “furbi” dei francesi mettono sul piatto 150 milioni. La regione Emilia Romagna con l’Apt 10 milioni.
STATISTICHE
Bilancia turistica: il saldo 2002 crolla del 18,4%
– La bilancia turistica italiana nel 2002 crolla del 18,4%. In soldoni questo significa la perdita di 2,4 miliardi di euro. Lo ha rilevato l’Ufficio italiano cambi. Nonostante una crescita di presenze straniere rispetto al 2001 (+ 3,1 milioni), la loro spesa si è ridotta sensibilmente (da 16,4 a 16,2 miliardi di euro).
Questo soprattutto per il calo di turisti più ricchi (americani e giapponesi). Il saldo della bilancia turistica del 2002 è stato di 10,6 miliardi di euro. Era di 13,4 nel 2001.