Gian Luca Brasini, assessore al Bilancio
Comune in contenzioso con lo Stato per 2 milioni di Ici non versata. Insomma, gli interessi di Rimini non sono quelli dello Stato. Anzi. Il Comune di Rimini decide di resistere nel giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione, dopo il ricorso dei Ministeri, già condannati dalla Corte d’appello a versare al Comune oltre 2 milioni di euro come risarcimento per Ici non versata dallo Stato.
Con l’approvazione della delibera del 17 novembre, la giunta comunale ha deciso di resistere nel giudizio dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, dopo il ricorso dei ministeri dell’Economia e Finanze e dell’Interno, condannati dalla Corte d’Appello a versare al Comune di Rimini oltre 2 milioni di euro come risarcimento per Ici non versata dallo Stato.
Una condanna con cui la Corte d’Appello di Bologna, 6 mesi fa, aveva respinto il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dal Ministero Economia e Finanze (MEF) contro la sentenza di primo grado che, nel giugno 2016, accolse le ragioni del Comune di Rimini, condannando i Ministeri a versare i contributi economici compensativi, per ICI immobili di categoria D, che avrebbe dovuto ricevere dallo Stato per gli anni compresi tra il 2001 e il 2009.
Come noto la vicenda pone le sue basi vent’anni fa, con l’introduzione della possibilità per i fabbricati di categoria D (che comprende anche gli alberghi) di rivedere le proprie rendite catastali e definendo per legge che i minori imponibili derivanti dalla autodeterminazione provvisoria di tale rendite fossero compensati con corrispondente aumento dei trasferimenti statali. A causa però di una diversa interpretazione della normativa, il Comune di Rimini ha subìto una riduzione degli importi spettanti per oltre 1,8 milioni di euro (856mila euro recuperati dal Ministero perché considerati non dovuti e 984mila euro mai versati). Per questo motivo, l’Amministrazione, a fronte di un cambio di interpretazione della norma che ha finito per penalizzare il bilancio comunale, decise nel gennaio del 2010 di presentare ricorso al TAR, il quale dichiarò il difetto di giurisdizione in favore del Giudice Ordinario e, conseguentemente, proseguì con la costituzione in giudizio innanzi al Tribunale di Bologna che in primo grado nel 2016 riconobbe la bontà delle ragioni del Comune.
L’eventualità del ricorso in Cassazione dei ministeri, era già stata valutata dal Comune di Rimini che nella remota eventualità di una condanna ha previsto, un adeguato accantonamento al fondo rischi contenzioso.
“Abbiamo deciso di resistere al ricorso dei ministeri – dice l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – per ribadire le ragioni del Comune di Rimini. Lo Stato interviene con riforme e provvedimenti che incidono sulle entrate di un Comune e non sono mai previsti trasferimenti a titolo compensativo, per far sì che i Comuni non debbano far fronte a squilibri di bilancio improvvisi. Queste sono risorse che oggi più che mai diventano essenziali, per far fronte allo sbilancio dovuto alla pandemia, sul quale attendiamo dal Governo garanzie e certezze finanziarie per mantenere adeguato il livello di servizi alle famiglie e di sostegno alle imprese in questa fase delicatissima.”