Gianfranco Vanzini
di Gianfranco Vanzini
Domenica 26 luglio si è celebrata la 1^ Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, promossa da Papa Francesco nell’ambito dell’ Anno della famiglia.
Ricordare una voce preziosa e darle una giusta risonanza è alla base della istituzione di questa giornata.
Siamo invitati a recuperare quel rapporto di vicinanza e di solidarietà tra generazioni che la cultura dell’individualismo, dell’indifferenza e dell’efficientismo pare avere (e in gran parte ha) accantonato.
Accogliere il vissuto degli anziani significa riandare alle proprie radici, soffermarsi con riconoscenza grata sulle loro conquiste e i loro sogni, sugli insegnamenti di vita e sul lavoro offerto con tenacia, che hanno permesso alle nuove generazioni di evolvere verso un futuro migliore.
I nonni sono come gli alberi piegati dal vento e la pandemia ne ha mostrato la fragilità e molto spesso l’utilità. Alberi dai quali i nipoti possono trarre aiuti e benefici e che a suo tempo sapranno soccorrere e curare con gesti di tenerezza e sorprendere con la “fantasia dell’amore”, anche con un solo sms.
Una famiglia che non rispetta e non ha cura dei suoi nonni, che sono la sua memoria viva, è una famiglia disintegrata, una famiglia che ricorda, invece, è una famiglia che ha radici ed ha futuro.