‘Avviso ai naviganti. Ho sconfitto 5 sindaci’
LA POLITICA
– “Avviso ai naviganti: litigare con me porta sfortuna. Di cinque battaglie con altrettanti sindaci non ne ho persa una”. Polemista di razza, politico di lungo corso di Morciano, oggi consigliere comunale eletto con la lista di Bertino Montanari, Mario Garattoni, è stato vice-sindaco repubblicano con Belloni sindaco.
Attacca Garattoni: “Nella mia lunga carriera di politico, inteso come impegno civile e sociale, mi sono confrontato/scontrato con 5 sindaci e le loro coalizioni: il comunista Cavalli, il democristiano Belloni, Berardi del Psiup, Dradi indipendente di sinistra e Ciotti dal punto interrogativo. Quest’ultimo si spacciava del centrodestra ma guidava una giunta di centrosinistra. Non è un caso che fino al giugno di quest’anno, il Pd ha sempre difeso Ciotti. Le ragioni della mia azione sono sempre stati i temi morcianesi e nulla hanno a che vedere con i politici nazionali”.
Andiamo con ordine. Cavalli? “L’ho contestato perché non era lui il vero sindaco, ma Vito Lorenzi, marignanese e segretario della Cgil a Morciano”.
E Belloni? “Ero vice-sindaco e la rottura è avvenuta sull’asilo nido. Mi aveva incaricato di seguirne l’iter. Dopo due anni di lavoro, giunto alla conclusione, mi toglie l’incarico. Al che mi dimisi. Credo di essere stato l’unico amministratore morcianese a farlo [un altro fu Vera Biondi nei primi anni ’90, ndr]”.
E il suo scontro con Atos Berardi? “Prima litigai sulla nostra rete idrica, poi sui condomini e infine sul teatro Ronci. Il 60-65% di morcianesi regalarono le azioni del teatro al Comune, ma Atos se lo fece scappare. Con l’amministrazione Dradi ho convissuto abbastanza bene i primi 3 anni, ma poi emersero grosse gravità su alcuni ruoli riguardanti Morciano. I principali. Il primo, c’era la possibilità di acquisire con i soldi dello Stato il complesso abbaziale di San Gregorio, ma non se ne fece nulla.
Il secondo, c’era la possibilità di costruire un’Unione della Valconca a quattro, Morciano San Clemente, Gemmano e Montefiore, ma vedeva il declassamento di Morciano come centro dei servizi di vallata. C’era l’idea di spostare la Ghigi a Sant’Andrea, come poi avvenuto con l’amministrazione Ciotti, soprattutto si voleva costruire un centro sportivo di vallata a San Clemente. Inoltre, si intendeva trasferire la fiera di San Gregorio presso la zona ex fornace, sempre a San Clemente. Tutto questo si leggeva in uno studio di Nomisma costato 81 milioni di lire di soldi pubblici. Sempre sotto Dradi venne avanti il progetto di Morciano Città d’arte, che faceva perno sulla casa dei genitori di Boccioni. L’ipotesi avrebbe prosciugato le casse del Comune, non per gli investimenti iniziali, ma per le assunzioni da effettuare”.
E Ciotti? Garattoni: “Fino a due anni fa l’ho sempre considerato il mio sindaco; gli ho offerto la mia collaborazione, convinto che operasse per il bene di Morciano. Poi, mi sono venuti i primi dubbi politici sulla Ghigi, sull’area della scuola media, sulla nuova scuola elementare, sul Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), sul Pip (Piano per gli insediamenti produttivi) di Ca’ Fabbro, su certi incarichi e certe procedure.
Lo scorso anno sono cominciate le domande e le richieste riguardanti l’area sportiva collegata alla scuola, l’area Montaldosso, dove gli appartamenti promessi sono 79, le varianti non viste in consiglio comunale come quella sulla Cantina sociale, la questione Ghigi (sono un fautore dell’apertura di via Crispi e della demolizione dei manufatti a monte della stessa ). Poi c’è tutta la questione del condominio di via Forlì, dove le varianti non sono passate in consiglio comunale e sono stati tolti gli standard iniziale”.
Da tempo si favoleggia sui debiti del Comune fatti dall’amministrazione Ciotti, quanti sono? Afferma Garattoni: “Sono certo che la verità verrà a galla con l’amministrazione Battazza. Io li ho calcolati in 16 milioni di euro. Su questo tema chiederò un consiglio comunale aperto”.