– È la festa che chiude la stagione del tartufo, uno degli appuntamenti più importanti della provincia dopo quello di San’Agata Feltria (appena entrata a far parte di Rimini). Due appuntamenti con “Fossa tartufo e Cerere, musica da palato”, il 22 e il 29 novembre, la mostra mercato del tartufo bianco pregiato e del formaggio di fossa delle colline riminesi.
Come ogni anno, dal 2002, il paese si popolerà delle bancarelle dei commercianti del territorio e di fuori, un evento capace di attrarre fino a 3.000 presenze giornaliere: è la festa dell’alimentazione a chilometro zero, dove i protagonisti sono i prodotti locali, non solo tartufo quindi, ma anche miele, castagne e soprattutto formaggio di fossa, fresco di estrazione dalle grotte.
La prima giornata sarà dedicata al tartufo, per celebrare il bianco delle nostre parti. La zona intorno a Mondaino, con la sua riserva, è infatti tra le aree della provincia di maggiore qualità. Verranno fino a qui inoltre commercianti e appassionati anche dalle province marchigiane, comeAcqualagna (la patria del tartufo, dove ne vengono commercializzati i 2/3 dell’intera produzione nazionale) e Piobbico.
L’organizzazione è affidata alla Pro Loco e all’associazione dei tartufai mondainesi, nata nel 2007 per proteggere la qualità e il territorio. Si chiama “Terre delle piante superiori”, nel loro logo un pioppo, il vanghetto tipico del cercatore di tartufi e l’orma di un cane: fedele compagno, il vero cercatore grazie al fiuto. Ci tengono a farlo notare: “Per noi sono piante superiori, il pioppo, la quercia, il salice e il nocciolo: perché è grazie a loro che nasce il tartufo”.
Per ora l’assotartufi di Mondaino conta una dozzina di aderenti “Ma tanti cercatori stanno per associarsi – spiegano – ci sono tanti qui che hanno il patentino”. Mondaino è una zona storicamente molto attrattiva, il tartufo bianco è la qualità più presente. È anche per questo che è nata l’associazione, per tutelare il territorio da abusi e sfruttamento. “Raccontavano che già 50 anni fa, veniva regolarmente un contadino di Acqualagna fino a qui per la ricerca, dormiva nelle stalle dei contadini. Ora tanta gente arriva da fuori – racconta il presidente Alfredo Galeazzi – e raccoglie il bianco, anche fuori stagione, oppure senza rispetto per il territorio e senza l’attenzione per preservare l’ambiente ideale per le raccolte successive. Sì perché anche per estrarre esiste una tecnica, non si può semplicemente fare un buco e ricoprire, oppure lasciare tutto aperto. Spesso invece troviamo situazioni del genere. È per questo che, se non ci attiviamo, tra qualche anno non ci sarà più niente da raccogliere”.
A sollecitarli è stato Graziano Gregorini, funzionario dell’assessorato all’agricoltura della provincia di Rimini. L’associazione ha cominciato a piantumare la zona protetta, con le piante “superiori” che creano il terreno ideale per la nascita del tartufo. Facendo tutto con risorse proprie (ogni tesserato mette a disposizione dieci ore all’anno di lavoro per l’associazione), con il contributo della Provincia: “La riserva è grande circa 23 ettari, ne abbiamo piantumati 2 o 3 ma l’area in cui cresce il tartufo non supera il mezzo ettaro. I risultati della piantumazione si vedranno solamente tra 10-15 anni. E intanto tentiamo di mantenere i boschi e il terreno pulito”.