Fosco Rocchetta ha presentato il libro su Ausonio Franzoni il 4 marzo, dalle, 17, alla Centro della Pesa;, da Roma è giunto il pro-nipote Francesco Veniali. Un bel pomeriggio, dove Rocchetta ha tratteggiato quest’avvocato di origine lombarda ecclettico con villa a Riccione (dove oggi c’è l’hotel Belvedere) che si battè anche per la costituzione del Comune di Riccione nel 1922. La famiglia ha avuto il villino fino ai primi anni ’50.
Per l’occasione dopo una settantina d’anni è ritornato a Riccione Francesco Veniali, professore di ingegneria meccanica all’Università La Sapienza di Roma; ad accompagnarlo la consorte. Il professor Veniali è stato piacevolissimo nel tratteggiare i legami tra la famiglia materna e Riccione ed ha allargato gli orizzonti anche all’Italia ed all’estero, con contaminazioni culturali che appagano. Ha portato il saluto della città, l’assessore alla Cultura Sandra Villa. Nel dibattito è intervenuto anche Armando Semprini, che ha sottolineato che molti turisti amano la città almeno quanto i riccionesi; tra costoro Ausonio Franzoni.
– “Ausonio Franzoni (1859-1934). Insigne studioso e presidente della Pro Riccione” (La Piazza Editore) è l’ultimo libro dello storico Fosco Rocchetta, già direttore della biblioteca di Riccione.
In vari scritti, presenti anche in rete, sui maggiori artefici dell’autonomia comunale di Riccione, a fianco di due ben note personalità, il medico Felice Carlo Pullè e l’imprenditore Sebastiano Amati, appare sempre, solo citato, l’avvocato Ausonio Franzoni (Tavernola, Bergamo, 1859 – Roma, 1934): un uomo del tutto sconosciuto, su cui nulla a Riccione è stato mai scritto. Fertili ricerche storiche ne evidenziano il prioritario ruolo avuto nella Pro Riccione, ravvivando così la memoria d’un eminente intellettuale molto legato alla nostra città, fin dal suo arrivo nel 1905, ove, da poco tornato dall’Argentina, costruì un villino in zona Abissinia. Nello Stato sudamericano, aveva trascorso una decina d’anni, ricoprendo importanti cariche in enti economici, culturali e sportivi. Ufficiale d’artiglieria nella Grande Guerra, avvocato, docente universitario, diplomatico a Costantinopoli ed Odessa, scrittore, in qualità di Commissario dell’Emigrazione, nel 1902 fu incaricato dal Presidente del Consiglio Zanardelli, di compiere un’inchiesta sul fenomeno dell’emigrazione dalla Lucania e sul conseguente spopolamento del territorio rurale. Per le sue competenze giuridico-amministrative venne chiamato a presiedere la Pro Riccione, organismo nato col precipuo scopo di battersi per il Comune autonomo. Più articoli di Franzoni comparsi nella stampa periodica del tempo, alquanto critici nei confronti del municipio riminese, ribadiscono che Riccione, solo con l’autonomia avrebbe potuto risolvere i suoi annosi problemi tra cui, in primis, l’approvvigionamento idrico, la cura e manutenzione delle strade, l’illuminazione pubblica, l’ordine pubblico, e via dicendo. Mentre proseguono gli eventi per i 100 anni del Comune, il libro mira a sottrarre dall’oblio una figura di grande qualità, che tanto si adoperò perché le giuste richieste dei riccionesi trovassero un’equa soluzione: e ciò, a partire dalla conquista dell’autonomia comunale, che ha significato l’imprescindibile base della crescita civile, sociale ed economica di Riccione.
Studioso rigoroso, Fosco Rocchetta ha pubblicato una trentina di volumi che raccontano la storia di Riccione. Lo fa andando ad attingere sempre alle fonti, ai famosi mattoncini primordiali che reggono la storia e l’anima di Riccione.